Salman Rushdie: “Provo gratitudine”
Sei mesi dopo l’accoltellamento a un evento letterario a New York, Salman Rushdie, scrittore, è tornato a parlare di quanto accaduto, dichiarandosi “grato e fortunato” per essere ancora in vita, nonostante le profonde ferite riportate che gli condizioneranno per sempre la vita. Al New Yorker, lo scrittore ha dichiarato: “Sono fortunato. Quello che voglio davvero dire è che il mio principale sentimento travolgente è la gratitudine”.
Dopo essere stato ricoverato in ospedale per sei settimane, Rushdie ha perso la vista da un occhio e l’uso di una mano, ma è riuscito a sopravvivere. Per l’aggressione è stato arrestato il 24enne Hadi Matar. Il giovane è stato accusato di tentato omicidio di secondo grado. L’attacco è avvenuto lo scorso 12 agosto, poco prima che lo scrittore britannico intervenisse a un evento durante un festival letterario organizzato a Chautauqua, nello stato di New York. Matar ha colpito lo scrittore con un’arma da taglio ma si è sempre dichiarato innocente.
Salman Rushdie: “Mia moglie ha preso il controllo di tutto”
Nell’intervista al New Yorker, Salman Rushdie ha incolpato solo Matar per l’accoltellamento. A suo dire, infatti, non ci sarebbero responsabilità negli agenti di sicurezza: “Ho cercato di evitare recriminazioni e amarezza. Uno dei modi in cui ho affrontato l’intera faccenda è guardare avanti e non indietro. Quello che succede domani è più importante di quello che è successo ieri”.
Parlando poi della moglie Rachel Eliza Griffiths, ha dichiarato: “Ha preso il sopravvento in un momento in cui ero impotente. Ha appena preso il controllo di tutto, oltre a dover sopportare il peso del fatto che sono stato quasi ucciso”. Andrew Wylie, agente dello scrittore, ha spiegato che Rushdie non farà nessuna apparizione pubblica per promuovere il suo prossimo romanzo, in uscita tra pochi giorni.