Un anno dopo essere sopravvissuto ad un agguato, Salman Rushdie scriverà un memoir sul giorno a causa del quale ha perso la vista di un occhio. A renderlo noto è stata la casa editrice Penguin Random House che pubblica i libri dello scrittore anglo-indiano che nel suo curriculum conta opere come Figli della Mezzanotte e Versetti Satanici. “Knife: Meditations After an Attempted Murder”, ossia “Coltello: Meditazioni su un tentato Omicidio” uscirà il 16 aprile 2024. Come ha annunciato lo stesso scrittore, “scrivere questo libro è stata una necessità per me: un modo di appropriarmi della narrativa di quanto è successo e per rispondere alla violenza con l’arte”.
L’autore fu aggredito il 12 agosto 2022 sul palco della Chautauqua Institution, comunità estiva per le arti nello stato di New York, dove avrebbe dovuto parlare degli Stati Uniti come luogo di rifugio per scrittori in esilio. Mentre l’evento stava per iniziare, un giovane di 24 anni, Hadi Matar, è salito sul palco accoltellando Rushdie, colpendolo ripetutamente sulla faccia e l’addome. Grazie all’intervento di membri del pubblico lo scrittore ne è uscito vivo, seppur con gravissime conseguenze. Lo scrittore è stato infatti a lungo ricoverato e intubato: ha perso per sempre la vista dell’occhio sinistro.
Salman Rushdie tra fatwa e minacce
Salman Rushdie ha vissuto a lungo nascosto come rifugiato: a raccontare il motivo è stato lui stesso nel testo “Joseph Anton”, pubblicato nel 2012 con lo pseudonimo adottato in quel periodo, un omaggio agli scrittori Joseph Conrad e Anton Cechov. Dopo il suo quarto romanzo, “I versi satanici” del 1988, Rushdie è stato oggetto di diversi tentativi di assassinio e minacce di morte: a lui è stata rivolta anche una fatwa che richiedeva la morte poiché il libro era ritenuto blasfemo. La fatwa fu emessa dalla guida suprema dell’Iran, Ruhollah Khomeyni. Inoltre numerosi omicidi e attentati sono stati compiuti da estremisti che citano il libro come motivazione.
Dopo che la fatwa fu revocata nel 1998, Rushdie è tornato un membro attivo della comunità letteraria newyorchese, sempre pronto a combattere per la libertà di espressione. Inizialmente non avrebbe voluto scrivere dell’agguato di cui era rimasto vittima nell’agosto 2022: poi però ha cambiato idea immaginando “Knife” (il nuovo romanzo) come un contrappunto di Joseph Anton, ma da una prospettiva diversa, spiega La Stampa. “Quando qualcuno ti pianta un coltello nel corpo, è una storia in prima persona”, ha spiegato.