La notizia è stata ufficializzata in queste ore direttamente da Odd Emil Ingebrigtsen, ministro della Norvegia per la Pesca e i Prodotti ittici: le autorità cinesi e norvegesi sono giunte unitamente alla conclusione che il salmone norvegese non è da considerarsi la causa del nuovo Coronavirus rinvenuto sulla superficie di alcuni taglieri presso un mercato alimentare a Pechino. Entrambi i Paesi ritengono che l’epidemia non abbia avuto origine dai pesci provenienti dalla Scandinavia: “Possiamo eliminare l’incertezza e il blocco delle esportazioni di salmone verso la Cina”, ha dichiarato Ingebrigtsen nel corso di una videoconferenza con i giornalisti. Una svolta importante, visto e considerato che, come riporta l’agenzia di stampa Reuters, nel fine settimana i produttori di salmone si sono visti annullare gli ordini dalla Cina, anche se l’autorità norvegese per la sicurezza alimentare aveva asserito che non esistevano prove che il pesce potesse essere infetto.
SALMONE NORVEGESE: IN RIALZO LE AZIONI DEGLI ALLEVATORI
Gli effetti dell’annuncio del ministro della Norvegia sono riscontrabili in Borsa: come riporta Reuters, “le azioni degli allevatori di salmone norvegese, scese lunedì, oggi sono in rialzo, con il leader del mercato Mowi che avanza, alle 11,25, del 3,35% e Salmar che guadagna il 2,5%”. Intanto, la Cina sta vivendo ore di grande apprensione per via dell’incremento di nuovi casi di Coronavirus nella Capitale, avvenuto con una crescita esponenziale nell’ultima settimana, tanto che in molti temono e cominciano già a parlare con preoccupazione di un nuovo periodo di lockdown in Cina per scongiurare il rischio di ulteriori focolai, che non farebbero altro che acuire nuovamente l’incubo. Ricordiamo che il Paese del Dragone aveva interrotto ogni forma di importazione di salmone dal Vecchio Continente dopo che sabato era stata resa nota l’individuazione di alcune tracce di virus sulle attrezzature utilizzate per la lavorazione del pesce nel mercato Xinfadi di Pechino.