Altaforte esclusa dal Salone del Libro, prosegue il dibattito politico su quanto accaduto a Torino. Giorgia Meloni si schiera al fianco di Matteo Salvini: «Al Salone del libro di Torino va in scena una pericolosa deriva liberticida da parte della solita sinistra. Gente che evidentemente rimpiange le censure di epoca sovietica, vorrebbe arrogarsi il diritto di decidere chi possa esporre i propri libri e chi no, oggi con il pretesto del “pericolo fascista”, domani con chiunque non sia allineato con il pensiero unico. Per poi decidere quali libri si possono stampare e quali leggere. Nessun cedimento a chi vuole limitare la libertà degli italiani. Nessuna censura è tollerabile». Così, invece, Vittorio Sgarbi: «Dopo Mimmo Lucano mi tocca difendere anche Altaforte e Francesco Polacchi. Se non recassi danno al Salone del Libro, avrei adottato la stessa posizione di Ginzburg. Come lui difendo la libertà, ma per me la libertà è libera e non è la libertà solo di una parte. Per questo difendo il diritto di Francesco Polacchi e della sua casa editrice di essere al Salone del Libro. Difendo il diritto di dire “io sono fascista”: solo se una tale dichiarazione impedisse ad altri di esprimere la propria convinzione, lotterei, fino alla morte, per combatterla. La politica non può sostituirsi alla magistratura e, supponendo un “reato”, rendere esecutiva una “pena” non uscita da nessun dibattimento. Chiedo ai censori politici: Impediranno all’editore di pubblicare ancora libri? Ma soprattutto: può essere impedito il diritto di parola a un editore che pubblica il garante del rispetto della Costituzione, il Ministro degli Interni, che, oggi, si chiama Matteo Salvini?». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
LE PAROLE DI SALVINI
Interviene a gamba tesa sulla polemica del Salone del Libro anche il Ministro degli Interni Matteo Salvini, forse il vero “obiettivo” dell’intera contesa da parte di Comune Torino, Regione Piemonte e dei vari intellettuali di sinistra. Polacchi e Casapound vengono di fatti visti come “il braccio armato” della Lega e proprio su Salvini si scatenano le maggiori proteste: ora è il vicepremier in persona a lasciare il primo commento sulla vicenda e non è banale «Sono pericolosissimi i processi alle idee e i roghi dei libri» ha sentenziato Salvini durante un comizio a Pesaro. Secondo il leader della Lega, «Siamo nel 2019 alla censura dei libri in base alle idee. Ma non ha mai portato fortuna il rogo e la censura dei libri. Alle idee si risponde con le idee non con la censura. Alla faccia dei compagni democratici che decidono chi può andare al Salone del libro e chi non ci può andare, fanno i processi alle idee». In mattinata l’editore di Altaforte, asserragliato fuori dal Salone con i mano i libri delle sue edizioni, aveva attaccato «Le mie dichiarazioni sono state usate come scusa, sono stato denunciato per un reato di opinione. Sono disponibile a chiarire la mia posizione con la Procura, ma ritengo che la pietra dello scandalo sia il libro ‘Io Matteo Salvini’. E’ un attacco al ministro dell’Interno, che comunque non voglio tirare per il bavero», contesta Francesco Polacchi.
ALTAFORTE FUORI DAL SALONE DEL LIBRO, L’EDITORE “CI SARÒ LO STESSO”
Città di Torino e Regione Piemonte hanno deciso, ormai da giorni, di tenere fuori dal Salone del Libro la piccola casa editrice di Altaforte: il suo editore però, nonostante l’indagine a suo carico per apologia di fascismo, non si piega e annuncia di presenziare oggi all’apertura della kermesse. «Alle 10 sarò al Salone del Libro di Torino per ribadire che la logica di Altaforte non si piega al pensiero unico», spiega Francesco Polacchi, vicino a Casapound e al centro di una polemica che – ai limiti dello stucchevole – sta riempiendo la vigilia del Salone del Libro. «Se avete a cuore la libertà d’espressione, vi aspetto. I libri non devono conoscere censura», aggiunge l’editore di Altaforte mentre fa di fatto “carta straccia” della rescissione del contratto voluta da Regione e Comune. Ieri sera dopo mezzanotte lo hanno obbligato a smontare lo stand ma stamattina ci sarà lo stesso, anche se bisogna capire come e se il comitato di sicurezza non deciderà lo stesso di sgomberarlo.
BIRENBAUM: “IL MALE NON VINCE”
Svolta dopo le polemiche sulla presenza di Altaforte al Salone del Libro di Torino: la casa editrice vicina a Casapound è fuori dalla buchmesse. Lo hanno annunciato in diretta Facebook il governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino, la sindaca di Torino, Chiara Appendino e il direttore artistico del Salone del Libro, Nicola Lagioia:”È una scelta politica di cui ci assumiamo tutta la responsabilità: non potevamo permettere che certe ideologie entrassero in un Salone fortemente orientato ai temi dell’antifascismo vista anche la coincidenza del centenario dalla nascita di Primo Levi“. Esulta Halina Birenbaum, sopravvissuta ad Auschwitz, scrittrice, traduttrice e poetessa, che sulla presenza della casa editrice vicina a CasaPound non ha avuto dubbi:”O noi, o loro” e oggi dichiara:”Dopo aver sopravvissuto ad Auschwitz, questa è un’altra prova – per me – che il male non vincerà. Che questo esempio arrivi forte all’Italia, all’Europa e al mondo“. (agg. di Dario D’Angelo)
ANCORA POLEMICHE
L’editore di AltaForte indagato per apologia di fascismo, con lo stand che è stato spostato. Nuovi sviluppi sul caso che ha sconvolto il Salone del Libro di Torino. Nelle ultime ore sono stati diversi i colpi di scena, con l’Associazione Italiana Editori che ha preso posizione: «Noi come AIE e membri del Comitato di indirizzo abbiamo sempre sostenuto che deve essere consentito a tutti di essere presenti con le proprie opere e i propri libri. Naturalmente se ci sono violazioni della legge come chiedono di appurare il Comune di Torino e la Regione Piemonte le cose cambierebbero», le parole del presidente AIE Ricardo Franco Levi ai microfoni di Rai Radio 3. Levi ha poi sottolineato: «Io credo che alle idee che si considerano cattive bisogna rispondere con idee che si considerano buone e che si vogliono difendere», sottolineando sulle assenze che «non credo che la risposta migliore sia quella di lasciare lo spazio vuoto a chi professa idee con le quali non siamo d’accordo: partecipate, venite al Salone del Libro e fatevi sentire». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
EDITORE ALTAFORTE INDAGATO PER APOLOGIA DI FASCISMO
È notizia di pochi minuti fa e di certo non farà che aumentare il “caos” attorno al Salone del Libro di Torino: la Procura di Torino ha aperto un fascicolo di inchiesta per “apologia di fascismo” nei confronti dell’editore di Altaforte nonché coordinatore regionale di CasaPound in Lombardia, Francesco Polacchi. «Io sono fascista»; «l’antifascismo è il vero male di questo Paese»; «Mussolini è il miglior statista italiano» sono le frasi che a più riprese in questi giorni di polemiche sul Salone del Libro e sul libro-intervista a Matteo Salvini sono state pronunciate dall’editore di Altaforte. La diatriba in atto da giorni sulla presenza della piccola casa editrice di destra aveva di fatto diviso la cultura e gli intellettuali presenti in massa ogni anno al Salone del Libro: da un lato chi ha affermato di voler rimanere (Saviano e Murgia su tutti, ndr) e chi invece ha preferito sfilarsi in aperto boicottaggio di Altaforte e del Salone di Torino (Raimo, Zerocalcare, Wu Ming e Ginzburg per citare i più noti). Per questo motivo stamattina il Comitato ordine pubblico e sicurezza aveva deciso di spostare lo stand di Altaforte vicino a quello del Ministero della Difesa, per evitare di creare tensioni e bagarre all’interno del Salone.
SALONE DEL LIBRO, COMUNE-REGIONE CONTRO POLACCHI
«Io e Chiara Appendino abbiamo presentato un esposto vs il presidente della casa editrice Altaforte per verificare se le sue dichiarazioni configurino il reato di apologia di fascismo. Segnaliamo l’estraneità di Altaforte allo spirito di tolleranza che caratterizza il Salone del Libro»: lo aveva annunciato questa mattina il Governatore della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, dando seguito all’intento espresso nella giornata di ieri di chiedere un’intervento della magistratura contro l’editore di Altaforte, Francesco Polacchi. Poi in mattinata l’esposto si è tramutato immediatamente in indagine avviata dalla Procura di Torino, aumentando ancora di più la bagarre e la frattura interna alla kermesse culturale sotto la Mole Antonelliana. Intervenendo ad una conferenza stampa sulle Elezioni Europee convocata da CasaPound, lo stesso Polacchi afferma poco prima di sapere delle indagini sul suo conto «A sinistra esiste un antifascismo militante che diventa una mafia, una mafia culturale. Io ringrazio i vari Raimo, Zerocalcare, Wu Ming e tutti quelli che si sono sfilati dal salone del libro. Loro pensavano di farci un torto sabotandoci ma alla fine, quando andiamo a valutare gli aspetti commerciali, vediamo che il libro con l’intervista a Salvini ha scalato qualunque tipo di classifica».