Sono cifre che raggelano il sangue: tra il luglio del 2010 e il giugno del 2012 in diversi ospedali inglesi si sono registrate 3.063 morti, definite “non necessarie”. Cosa significa? Significa che pazienti soprattutto anziani (ma non solo, anche neonati e bambini piccoli) sono stati lasciati morire per quella che in Italia si chiamerebbe malasanità, ma che, come spiega Josephine Quintavalle a ilsussidiario.net, è piuttosto “cultura della morte”: “Ogni giorno apriamo i giornali e leggiamo storie raccapriccianti, di malati lasciati letteralmente morire perché considerati inguaribili o perché non valeva la pena occuparsi di loro o perché incidevano troppo sulle spese ospedaliere, secondo una mentalità che rasenta ormai l’eutanasia”. Lo scandalo viene al momento motivato con una categoria di manager alla guida degli ospedali inglesi che hanno privilegiato l’aspetto finanziario e il controllo dei costi rispetto alla cura dei malati. Per Josephine Quintavalle, chi si lamenta della sanità italiana dovrebbe informarsi di quella inglese. “Personalmente, avendo dei parenti che sono stati curati in ospedali italiani, invito tutti gli inglesi che possono permetterselo a farsi curare in Italia, dove c’è molta più attenzione e rispetto dei malati”.
Come è percepita questa situazione in Inghilterra? Cosa dice l’opinione pubblica?
E’ uno scandalo che ormai sta occupando le prime pagine dei giornali. Ogni giorno leggiamo notizie raccapriccianti di malati lasciati letteralmente al loro destino e alla morte.
Come si spiega tutto questo? In Italia ci lamentiamo della malasanità, ma in Inghilterra cosa sta accadendo?
Agli italiani che si lamentano della sanità, non consiglierei mai di venire in Inghilterra a farsi curare, anzi, viceversa, inviterei gli inglesi che se lo possono permettere a farsi curare in Italia. Quello che impressiona di questa situazione è che ormai le cure mediche si equivalgono fra tutti i paesi europei, c’è stato un grande sviluppo della medicina, ma quello a cui assistiamo in Inghilterra è una filosofia che dice: meglio la morte che le cure.
Una cultura della morte, in pratica l’eutanasia.
E’ esattamente una cultura della morte, in un paese dove le iniziative e l’entusiasmo per l’eutanasia crescono sempre di più. Ma è una situazione dai molteplici aspetti.
Ad esempio?
C’è stata recentemente una inchiesta al Parlamento inglese sulla pratica dell’aborto nei casi di bambini disabili: i numeri reali sono molto superiori rispetto a quelli pubblicati ufficialmente, nel senso che si eseguono moltissimi aborti in pura eugenetica. Siamo immersi ormai in una lotta per cercare di rispettare il diritto alla vita per tutti gli esseri umani.
Cosa succede negli ospedali?
Ci sono malati che vengono lasciati senza cura. Una storia ripresa qualche tempo fa dai giornali racconta di una signora anziana abbandonata a se stessa e lasciata morire di fame. Per un certo periodo le era stato messo a disposizione un infermiere che l’aiutava a mangiare, poi si è deciso di sospendere quel servizio e la povera donna è morta di fame a casa sua, abbandonata da tutti.
Ma le autorità ospedaliere cosa dicono?
Proprio oggi sulla prima pagina di un quotidiano c’è la dichiarazione del responsabile dell’assistenza sociale inglese che dice di non avere nulla di cui vergognarsi. Ma noi cittadini vorremmo dirgli che di cose di cui vergognarsi ne ha invece parecchie. Personalmente, ho assistito a casi che la dicono lunga del clima negli ospedali inglesi. Avevo un’amica diventata quasi cieca che nessun infermiere aiutava a mangiare: le portavano il cibo senza curarsi del fatto che un cieco non è in grado di nutrirsi da solo.
Secondo lei questa situazione di disumanità non ha a che fare con il fatto che la religione cristiana incide sempre meno in Inghilterra?
Non saprei, ancora oggi la maggioranza degli inglesi quando deve registrarsi all’anagrafe si dichiara ancora cristiana e credente. Certo, i cristiani in Inghilterra sono una minoranza, ma dobbiamo registrare una presenza assai attiva e combattiva delle chiese evangeliche. Lo stesso nuovo arcivescovo anglicano di Canterbury è decisamente pro life. In Scozia invece la chiesa cattolica è molto presente nel tessuto sociale. Ma certamente noi cristiani siamo rimasti allibiti da quanto ha fatto Cameron, il leader dei conservatori.
Intende la legge sui matrimoni gay?
Esattamente, una decisione che ha sorpreso tutti. Che poi è anche un suicidio politico per lui, visto che la maggior parte del suo partito ha votato contro. Nessuno capisce perché abbia voluto imporla, nel suo programma elettorale non c’era traccia di questa legge. Ma una cosa l’abbiamo capita e cioè che David Cameron e i leader del partito conservatore non sono vicini al popolo, non ne conoscono le esigenze e i desideri.