Non si placano ancora le polemiche sul caso tangenti in Regione Lombardia, con le dimissioni di Maroni che vengono richieste da più parti all’interno del Consiglio regionale: dopo il caso Mantovani ora un altro arresto per le tangenti nell’area sanità che ha coinvolto il consigliere Fabio Rizzi, anch’egli della Lega Nord. Alla stampa ha parlato il coordinatore del centrosinistra in Regione, Umberto Ambrosoli, ex sfidante alle scorse elezioni lombarde, sconfitto proprio da Roberto Maroni: «Le vicende giudiziarie che hanno coinvolto esponenti della Regione, sono un problema politico e il fatto che Maroni non se ne accorga è indice della sua inadeguatezza. Per questo deve staccare la spina». In chiusura di intervento, lo stesso Ambrosoli ha fatto ironicamente gli auguri al prossimo candidato del centrodestra alla guida del comune di Milano, Stefano Parisi: «il candidato sindaco potrebbe governare con una maggioranza che è capace di queste mediocrità e queste gravi condotte giudiziarie». Il clima in Regione è rovente e fino al prossimo 1 marzo quando si discuterà della mozione di sfiducia a Maroni la possibilità delle dimissioni del Governatore lombardo non sono da scartare a priori.
Dopo un altro caso tangenti in regione, Roberto Maroni si dimette? L’arresto del presidente commissione Sanità Fabio Rizzi ha fatto scattare la bufera attorno al presidente della Regione Lombardia e in tanti parlano di dimissioni per uno dei leader della Lega Nord, nonostante Maroni non centri nulla con le indagini che riguardano il presidente della commissione Sanità in Lombardia. Dagli atti dell’inchiesta Operation Smile, emerge che il consigliere regionale lombardo ed ex senatore leghista Rizzi pagava 5mila euro di futuro e contava, con qualche affare society, di estinguerlo. Risultata tutto questo, riporta Tg Com24, emerge da una intercettazione tra lui e la compagna Lidia Pagani, anche lei arrestata. «Voglio chiarire tutto quanto prima e difendermi dalle accuse», ha rilasciato come dichiarazione lo stesso Rizzi in questi giorni. Ma come prevedibile la bufera si sposta sul responsabile della Lega in Lombardia nonché presidente della Regione che ha avvallato la riforma della sanità lombarda a firma Rizzi; Pd e Patto Civico hanno auspicato che la mozione di sfiducia venga firmata anche dei consiglieri del M5s che si sono lamentati contro il governo lombardo in questi giorni per l’ennesima indagine sulle tangenti. I grillini hanno firmato anche loro una nota in chiedono di mandare a casa il governatore, è pronta da tre anni dicono i consiglieri M5s: «la mozione è pronta e contiamo di depositarlo questa mattina», ha spiegato il capogruppo Pd, Enrico Brambilla. «Non è la prima volta che ci troviamo qui a presentare una mozione di sfiducia, sono stufo anche perché so già purtroppo come va a finire, resta il fatto che ogni volta che noi in aule abbiamo rappresentato l’esigenza non di parte di una discontinuità, siamo stati regolarmente irrisi», ha riferito alle agenzie il consigliere di Patto Civico, Umberto Ambrosoli. Le pressioni sono tante, nei prossimi giorni si capirà di più, al momento Maroni resta in sella e tira dritto, il provvedimento di fiducia verrà discusso nella prossima seduta del Consiglio regionale, l’1 marzo.