Sono purtroppo molti gli italiani che soffrono di depressione e sempre più spesso si trovano ad affrontare delle cure nella maniera sbagliata. Esistono diversi tipi di approccio a questa patologia, più o meno morbidi, ma di certo evitare di affrontare il problema è la cosa più sbagliata. Tra le cure c’è anche la pet therapy che viene vista sempre più come un mezzo importante per affrontare non solo la depressione ma anche altre patologie. Tra gli animali più indicati a sorpresa non ci sono i cani, bensì i gatti considerati meno invadenti e più facili da curare per una persona in difficoltà fisiche come un depresso. Nonostante questo in alcuni casi la pet therapy non può essere considerata sufficiente e diventa fondamentale l’integrazione con cure psicoterapeutiche ed eventualmente farmacologiche. Va ricordato poi che ogni caso va analizzato a sé, evitando di fare l’errore di generalizzare. (agg. di Matteo Fantozzi)



In pochissimi curati nella maniera giusta

Dalla depressione oggi si può guarire basta seguire le terapie giuste. Si parla di una percentuale del 70% di casi con una risoluzione positiva se sussistono però diversi fatti contingenti. Il Congresso nazionale della società italiana di psichiatria ha rilasciato dati piuttosto preoccupanti e soprattutto sembra essere cresciuto il “treatment gap” cioè la distanza tra ciò che si potrebbe fare e quello che realmente si fa. Purtroppo infatti solo il 17% degli italiani segue delle cure adeguate. L’allarme è arrivato al Sip, la Società Italiana di psichiatria, che ha analizzato con grande attenzione i dati. Sulla rivista specializzata Psychiatric viene evidenziato uno studio dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) che specifica come solo il 23% delle persone riesca a ricevere un trattamento in grado di rispondere a criteri minimi di adeguatezza. Il problema più grande rimane ancora la mancanza di una diagnosi precisa.



Italia in coda in Europa

Grave è la situazione del nostro paese se si analizzano i dati legati alla depressione. Bernardo Carpiniello, presidente del Sip, spiega come riportato da Repubblica nella sua versione online: “Questi dati fanno emergere quella che è la chiave di volta. Ancora oggi una percentuale molto alta di persone non ricorre alle cure adeguate perché la depressione non viene percepita come una patologia da curare“. Va evidenziato come sarebbe necessaria una sensibilizzazione per provare a capire con maggiore attenzione come alcuni accorgimenti potrebbero essere decisivi per cercare di uscire dalla patologia. Purtroppo le persone affette da depressione continuano ad essere curate nella maniera sbagliata e per questo sempre più spesso non si riesce ad uscire da un tunnel che può diventare davvero molto scuro.

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