Si è sbilanciato anche Fabrizio D’Adda di Fagagna in merito alle nuove scoperte sulle cellule autodistruttive in grado di aiutare nella lotta contro il tumore. Il ricercatore dell’Ifom e dell’Igm-Cnr di Pavia ha specificato come alla base delle nuove ricerche ci siano i micro-Rna che vanno a colpire i geni essenziali per l’esistenza e la sopravvivenza delle cellule tumorali. Spiega poi come questi potranno essere utilizzati direttamente come un’arma contro il cancro. La scienza fa dunque ulteriori passi in avanti per cercare di sconfiggere quello che è stato finora un male praticamente incurabile. Il cuore del problema sembra essere stato trovato, ora bisognerà lavorare per passare dalla teoria alla pratica.



Spingere le cellule tumorali al “suicidio”

Quanto studiato alla Northwestern University in quanto ai tumori è sicuramente una rivoluzione decisamente importante. L’obiettivo principale è quello di spingere al “suicidio” le cellule tumorali, senza andare a danneggiare quelle sane come invece capita con processi come la chemioterapia e la radioterapia. Una rivoluzione che mette al centro non solo l’eliminazione del tumore in quanto tale, ma anche alla qualità della vita del paziente. Troppo spesso infatti si punta a distruggere questo male con aggressività, trascurando il fatto che si rischia di creare ulteriori problemi al fisico umano. Lo studio ragiona sul fatto che già in natura esistono delle soluzioni e che non serve dunque andare ad utilizzare materiali tossici per controllare la situazione. (agg. di Matteo Fantozzi)



Lo studio della Northwestern University

Esiste davvero un’arma naturale in grado di distruggere i tumori? Secondo la Northwestern University pare proprio di sì. L‘Università ha pubblicato lo studio sulla rivista specializzata Nature Communications, spiegando come esisterebbe un codice di autodistruzione delle cellule che in futuro potrebbe anche diventare la chiave per delle cure contro il cancro. Potrebbe essere dunque un vero e proprio salto di qualità nella cura di una malattia davvero grave. Il codice si trova all’interno di ogni cellula dell’organismo e può diventare attivo quando poi queste si trasformano per un tumore. Questo si trova in una proteina antica di oltre 800mila anni. La funzione di questa è quella di andare a proteggere lo stesso organismo dal tumore. Riesce a controllare la produzione della molecola di Rna e dei micro Rna in grado di dare una mano decisiva al Dna. Serviranno ulteriori ricerche per rendere tutto più chiaro e quindi contrastare il tumore in maniera attiva.



Tumori, arma naturale in grado di distruggerli: parla Marcus Peter

Il coordinatore della ricerca sul tumore, Marcus Peter, ha parlato come riportato da Ansa: “Adesso che conosciamo il codice possiamo andare a far scattare il meccanismo senza dover più ricorrere alla chemioterapia e senza interferire con il genoma“. Questi poi specifica come si possa utilizzare i micro Rna direttamente e schiacciare così l’interruttore che innesca quella che è una vera e propria autodistruzione. Rispetto alla chemioterapia questa nuova e rivoluzionaria cura è in grado di evitare i pesanti effetti collaterali della chemioterapia e della radioterapia che devastano l’organismo di chi si sottopone a queste cure. Ora l’obiettivo, sottolinea Marcus Peter, è quello di seguire il corso della natura, utilizzando un meccanismo che la stessa natura ha sviluppato senza trovare una nuova sostanza artificiale e tossica in grado di andare a curare il tumore. Si deve evitare così di ritrovarsi a combattere una cosa distruggendone un’altra.