In Veneto si parla di Pfas, i composti perfluorati che hanno inquinato gran parte degli acquedotti della regione e che rappresentano un grosso pericolo per la salute dei cittadini. Specificamente i temuti Pfas possono interferire sugli ormoni, determinando gravi conseguenze come l’infertilità, tumori e altre problematiche relative all’apparato genitale maschile. A spiegarlo non sono i soliti gruppi che da anni lottano contro l’inquinamento ma un importante studio condotto dall’Università di Padova. Le problematiche evidenziate dai No-Pfas hanno dunque trovato riscontro nelle più recenti ricerche scientifiche, a dimostrazione che le manifestazioni degli scorsi mesi tenute di fronte alla sede del Parlamento Europeo avevano un perchè ben preciso. Si tratta di una rivelazione non ignorabile pubblicata oltretutto sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism, la rivista più autorevole in ambito internazionale nel campo dell’endocrinologia clinica. “Da un’indagine condotta su oltre duecento giovani veneti, abbiamo scoperto il meccanismo inibitorio dei PFAS sul testosterone, dimostrando che i PFAS si legano al recettore per il testosterone, riducendone di oltre il 40 per cento l’attività”. Queste le parole pronunciate dal professor Carlo Foresta, durante la presentazione della ricerca stessa.



Pfas, le parole di Carlo Foresta

Carlo Foresta ha poi aggiunto: “Recenti studi hanno riportato conseguenze sulla salute pubblica a diversi livelli nelle popolazioni esposte a elevate dosi dei PFAS. L’organismo li scambia per ormoni interferendo con l’azione delle ghiandole endocrine, causando malattie a breve e a lungo termine”. Il professore spiega che queste sostanze possono essere molto dannose per gli equilibri ormonali dell’individuo. Fondamentale dunque non essere esposti al rischio: “Perchè le persone più esposte hanno un maggior rischio di patologie riproduttive come infertilità, abortività, endometriosi, di disturbi comportamentali nell’infanzia e forse anche di diabete e di alcuni tipi di cancro (testicolo, rene, prostata)”. Tutte patologie che chiaramente vengono associate alle conseguenze d’inquinamento da PFAS: “Molte di queste si sviluppano in organi sensibili agli ormoni testicolari, ed in particolare al testosterone” sintetizza in modo chiaro il prof Foresta.

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