Il vaccino per l’influenza non è così diffuso negli USA, o meglio, non è una pratica molto utilizzata dai genitori per proteggere i propri figli. A riportare la notizia è il network televisivo CNN, diffondendo i dati ricavati grazie al sondaggio del C.S. Mott Children’s Hospital, un ospedale pediatrico che ha sede nello stato del Michigan. Più di un terzo dei genitori (la cifra precisa è il 34%), non è intenzionata a vaccinare i propri figli contro l’influenza durante la stagione in corso. Un dato che di fatto conferma la tendenza dello scorso anno, quando ad essere vaccinato era stato il 57.9% dei bambini di età compresa fra i 6 mesi e i 17 anni. Fra il 2017 e il 2018 morirono 179 bimbi a causa dell’influenza, e l’80% delle vittime non aveva fatto il vaccino. Una notizia che ha fatto il giro degli States in breve tempo, e che ha alimentato il dibattito in tema di vaccini, argomento che da sempre fa discutere e che sembra dividere quasi a metà la popolazione.
VACCINO ANTI INFLUENZA: LA SITUAZIONE NEGLI STATI UNITI
Il vaccino influenzale è pratica comune anche in Italia. La campagna pro-vaccino è iniziata all’inizio di questo mese, con il sopraggiungere della prima vera influenza della stagione fredda. Ogni regione si è attivata per promuovere l’anti-influenzale, a cominciare dall’Emilia Romagna, che ha lanciato una campagna promozionale con il messaggio “Non farti influenzare: proteggi la tua salute”. L’anno scorso in Emilia furono più di 681mila le persone colpite da influenza, mentre i vaccinati furono 735mila. Fra le città in cui i vaccini si stanno praticando in maniera più cospicua vi è senza dubbio Milano, dove i vaccinati, come riferisce IlGiornale.it, sono ben il 15% in più rispetto all’anno scorso, nel dettaglio 65.685. L’Assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera, ha spiegato a riguardo: «La raccomandazione è valida come gli altri anni per i soggetti di età superiore a 65 anni, donne che durante la stagione influenzale siano al secondo o al terzo trimestre di gravidanza, soggetti di tutte le età ad alto rischio di complicanze influenza-correlate (per esempio persone con pre-esistenti malattie polmonari croniche, cardiovascolari, metaboliche, cancro, stato immunitario deteriorato). È fortemente raccomandata a operatori sanitari e agli addetti a servizi essenziali di primario interesse pubblico».