“La sindrome feto-alcolica (Fetal Alcohol Syndrome-FAS) è la più grave disabilità permanente che si manifesta nel feto esposto, durante la vita intrauterina, all’alcol consumato dalla madre durante la gravidanza”. A dare la definizione di una patologia che può provocare conseguenze per tutta la vita del bambino che subisce il danno derivato dalle cattive abitudini della madre è il Ministero della Salute. Ma una volta diagnosticata la FAS quali sono le terapie per combatterla? Il verbo non è scelto a caso, dal momento che per la sindrome feto-alcolica non esiste cura. A spiegarlo è ancora il portale del ministero della Salute:”La sindrome feto-alcolica è una disabilità irreversibile e le terapie neuro-comportamentali sono mirate soltanto alla semplificazione della vita familiare, adulta e lavorativa delle persone affette da questa disabilità”. Se ne deduce che è quanto mai importante intervenire prima, evitare cioè che la sindrome si presenti. (agg. di Dario D’Angelo)



I SINTOMI DELLA MALATTIA

La sindrome alcolico fetale è sicuramente molto pericolosa, soprattutto perché si sa poco in merito. Da cosa si può riconoscere un neonato che nasce con questa patologia? Sono diversi gli indizi che ci portano a riflettere in merito. Di solito questi bambini si presentano con un cranio di dimensioni ridotte, il labbro superiore assottigliato e la zona medio frontale piatta. Inoltre c’è il rischio che ci siano delle piaghe cutanee tra le narici e gli occhi. Inoltre l’orecchio presenta un aspetto a railroad track che è una connotazione medica abbastanza chiara ed evidente.  Sono numerosi i rischi poi che si possono incontrare anche nel futuro del bimbo, che una volta divenuto grande può manifestare dei disturbi legati a questa condizione fetale particolare provocata dall’assunzione di alcol da parte della madre durante la gravidanza. La spiegazione di Claudio Diaz, presidente dell’AIDEFAD, sicuramente è di grande importanza e testimonianza di come le problematiche non siano solo ed esclusivamente immediate ma possano avere delle ripercussioni anche dopo diverso tempo. (agg. di Matteo Fantozzi)



DIAZ: “C’È SCARSA CONOSCENZA DELLA SINDROME”

L’allarme lanciato dai pediatri sulla “sindrome feto-alcolica” in Italia fa riflettere molto e ci porta a scoprire una patologia davvero pericolosa per i futuri nascituri. Il 9 settembre scorso è andata in scena la giornata Mondiale della sensibilizzazione sullo spettro dei disordini feto-alcolici. Durante questa è stato spiegato come molto spesso questo problema viene scambiato per un disturbo psichiatrico. Il Presidente dell’AIDEFAD Claudio Diaz ha spiegato, come riportato dall’osservatorio delle malattie rare, che: “La scarsa conoscenza dei problemi legati all’assunzione dell’alcol in gravidanza può determinare delle diagnosi sbagliate. Questo è il primo problema per i pazienti. Io sono figlio adottivo e a 38 anni ho scoperto che entrambi i miei genitori biologici erano alcolisti e tossicodipendenti. Per 10 anni sono stato curato per dei problemi psichiatrici, poi ho trovato un medico che ha saputo ascoltarmi e mi ha diagnosticato la FASD. Questa esperienza mi ha portato ad andare ad approfondire un argomento tanto delicato per stringere relazioni sia in Italia che all’estero con altri malati“. (agg. di Matteo Fantozzi)



10% DELLE DONNE INCINTA BEVONO, 50% IN ITALIA

I numeri analizzati sui bimbi che nascono con la “sindrome feto-alcolica” sono impressionanti. Secondo The Lancet Global Healt sono circa il 10% le donne incinta che bevono alcol durante la gravidanza, in Italia si sale addirittura al 50%. Nel 2017 si sono registrati 119mila nuovi casi nel mondo, con una maggiore concentrazione in Europa e in Sudafrica. Nel nostro paese 1 madre su 67 beve mentre è incinta e metterà al mondo un figlio con la sindrome feto-alcolica. Si tratta di una complicazione di non poco conto che può mettere a serio repentaglio la salute del nascituro, visto che il feto non metabolizza l’alcol e quindi l’esposizione a questo può portare a delle patologie molto gravi oltre a disfunzioni che poi si potranno manifestare nell’arco della vita anche quando questo sarà adulto. Probabilmente il problema principale legato a questo grave errore compiuto dalle donne in dolce attesa è legato alla scarsa informazione di un argomento che dovrebbe essere abbastanza conosciuto. Per questo sarebbe opportuno avviare in merito delle vere e proprie campagne di sensibilizzazione, per cercare di far capire l’importanza di evitare il contatto con l’alcol in gravidanza. (agg. di Matteo Fantozzi)

IN ITALIA NASCONO OGNI ANNO 25MILA BAMBINI CON LA FAS

In Italia nascono ogni anno 25 mila bambini con la “sindrome feto-alcolica“, meglio nota come “sindrome da alcol“, la cosiddetta Fas (Fetal alcohol syndrome) che risulta essere tra le più gravi patologie del feto indotte dal consumo di alcol in gravidanza. I numeri della malattia sono a dir poco allarmanti: in Italia, una madre su 67 che beve alcolici mentre è incinta metterà al mondo un figlio affetto da Fas. L’unica arma per arginare il fenomeno sembra essere quella di una massiccia campagna di sensibilizzazione se è vero che mediamente il 10% delle donne incinta assume alcol e nel nostro Paese la percentuale tocca addirittura il 50%. A richiamare l’attenzione sulla sindrome da alcol è la Confederazione italiana pediatri del Lazio, che ricorda come in regione su 1000 bambini ne nascano 47 malati. Maria Pia Graziani, pediatra di libera scelta e responsabile del Comitato scientifico Cipe del Lazio, ha spiegato quali sono le conseguenze cui il neonato è destinato ad andare incontro, molte delle quali destinate a perseguitarlo per tutta la vita:”Il feto non metabolizza l’alcol, dunque l’esposizione prenatale a questa sostanza può provocare patologie congenite molto gravi, ma anche disfunzioni che si possono manifestare nell’arco di tutta la vita. Gli allarmanti dati epidemiologici che abbiamo a disposizione ci obbligano ad un’azione tempestiva e capillare di informazione delle famiglie nonché di formazione rivolta a tutti i medici (tra cui pediatri, ginecologi, medici generici, neuropsichiatri) che hanno un ruolo fondamentale nella prevenzione e nella diagnosi precoce, oltre che per la cura“.

SINDROME DA ALCOL, ALLARME DEI PEDIATRI: “MALATTIA POCO PUBBLICIZZATA”

Ma come si manifesta la sindrome da alcol? Maria Pia Graziani del Comitato scientifico Cipe del Lazio, ha parlato dei sintomi che la caratterizzano: “La Fas si può manifestare con disfunzioni di tipo morfologico, ad esempio sul volto, in forme più o meno evidenti, ma anche con deficit di attenzione e di apprendimento, iperattività, problemi comportamentali fino a malattie mentali con gravi conseguenze a lungo termine“. Una delle difficoltà di intervenire sulla sindrome da alcol è la scarsa informazione dell’opinione pubblica al riguardo: “Ci troviamo al cospetto di una sindrome poco pubblicizzata: nel Lazio, nel corso del 2018, è stato dedicato alla sindrome feto-alcolica un solo convegno su 1.834 eventi di pediatria accreditati. A questo si aggiunge la sostanziale sottovalutazione dei rischi del consumo di alcol in gravidanza nei cittadini“. La Graziani è sicura:”Sono certa che la diffusione di una approfondita conoscenza della sindrome, unita all’esatta integrazione nonché organizzazione delle varie figure specialistiche implicate in questa patologia, siano in grado di modificare in maniera sostanziale i profili della morbilità e delle sue complicanze, permettendo a migliaia di bambini, ogni anno, di nascere sani e senza danni da alcol“.