L’Italia è ancora lontana dall’eliminare totalmente la terribile epatite C. L’allarme è lanciato dagli esperti riunitisi presso il convegno “Epatite C: clinici, pazienti e istituzioni alleati per «l’ultimo miglio»”, tenutosi a Roma negli scorsi giorni: «L’Italia – le loro parole riportate dall’edizione online dell’agenzia Ansa – è indietro nell’obiettivo di eradicazione dell’epatite C, e servono nuove strategie per compiere l”ultimo miglio». Un evento che arriva a tre anni dal varo del piano nazionale per le epatiti. Negli ultimi 36 mesi sono stati effettuati molti investimenti sui farmaci «Ma nulla sull’emersione del sommerso – sostiene Massimo Galli, Presidente della società italiana di Malattie Infettive (Simit) – né sul potenziamento dei centri affinché possano avere maggior capacità di cura, accogliere più pazienti e essere raggiunti anche da coloro che non sanno a chi rivolgersi». Secondo lo stesso, per eradicare l’epatite C non esiste un vero e proprio piano nazionale, «e neppure un’azione coordinata a livello regionale, anche se alcune regioni più virtuose hanno già preso importanti iniziative».
EPATITE C: ERADICAZIONE LONTANA
La stessa preoccupazione è sollevata da Epa C Onlus, un’associazione che riunisce a sua volta diverse associazioni di pazienti. Il suo presidente, Ivan Gardini, ha spiegato: «Siamo molto preoccupati per il futuro perché sembra che l’eliminazione dell’epatite C non sia più tra le priorità del Servizio sanitario nazionale. Non c’è ancora un piano nazionale che indichi come rintracciare tutti i pazienti con diagnosi nota e non nota, nonostante una persona su tre arrivi già gravemente ammalata alle strutture autorizzate per la cura». La onlus di cui sopra sottolinea inoltre come nella manovra finanziaria non siano previsti fondi specifici che possano aiutare a conseguire l’obiettivo dell’Oms, l’organizzazione mondiale per la sanità, di eliminare definitivamente l’epatite C entro il 2030. Inoltre, sostiene lo stesso Gardini: «Esiste la concreta ipotesi che possa essere saccheggiato il fondo per i farmaci innovativi con lo spostamento delle risorse su altri capitoli di spesa».