Secondo l’Unicef sono 200 milioni i bambini che soffrono la fame nel mondo. Questo è quanto emerso dal rapporto: “Diamogli peso: l’impegno dell’Unicef per combattere la malnutrizione“. Purtroppo per questo motivo nel 2017 ci sono stati circa tre milioni di decessi infantili. Gli ultimi dati parlano di 151 milioni di bambini che soffrono di malnutrizione cronica, mentre sono 50.5 quelli colpiti da malnutrizione acuta. I continenti più in difficoltà sotto questo punto di vista sono Africa e Asia che si dividono il 39% e il 55% dei bimbi in sofferenza cronica e il 27% e il 69% di quella acuta. Questo porta a una riflessione più ampia legata ai disturbi del comportamento alimentare che portano a patologie di gravità estrema per complicanze mediche e psichiatriche. Si calcola che nel mondo tra i soggetti tra i 9 e i 14 anni vedano il 7.1% dei maschi e il 13.4% delle femmine con un comportamento alimentare sbagliato.
Unicef, nel mondo 200 milioni di bambini soffrono la fame: in Italia il problema opposto
Anche in Italia i bimbi soffrono di disturbi alimentari, ma per l’esatto contrario. Rispetto ai 200 milioni di bambini che soffrono di fame nel nostro paese si devono fronteggiare dati pericolosi legati all’obesità. Si parla di un bambino su tre che soffre di sovrappeso e ormai da quindici anni, secondo i dati di Unicef, non si registrano dei progressi nell’arginare questo tasso di crescita. Nel 2017 erano 38.3 milioni i bambini sotto i cinque anni sovrappeso, ben otto milioni di più rispetto ai dati emersi nel 2000. Secondo quanto emerge dello studio sull’Italia però i rimedi sono a portata di mano. I bambini infatti non sono sempre esposti a una cattiva alimentazione, ma molto spesso fanno una vita troppo sedentaria. Stabilendo insieme al pediatra come sarebbe l’ideale per loro muoversi di più e svolgere un’attività fisica costante e che possa far bene al loro organismo. Sicuramente sarà importante sviluppare anche un’attenta campagna di sensibilizzazione atta a spiegare ai genitori quali sono gli usi e le abitudini consigliabili nei confronti dei loro bambini.