Leucemia linfatica cronica, nuova cura standard per i pazienti over 65: nuova terapia per i malati anziani, i più colpiti dalla neoplasia ematologica. Ma il Corriere della Sera sottolinea che grazie a una nuova strategia terapeutica è possibile ottenere degli importanti miglioramenti per la qualità della vita dei malati: la cura può essere assunta in pastiglia e gli effetti collaterali risultano minori e facilmente tollerabili rispetto alla chemioterapia. La scoperta è stata presentata nel corso del congresso annuale dell’American Society of Hematology in corso a San Diego, in California. Lo studio ha coinvolto 547 pazienti con età media di 71 anni e i partecipanti sono stati suddivisi in tre gruppi: un gruppo ha ricevuto l’inibitore della tirosin-chinasi ibrutinib come monoterapia, a un secondo gruppo è stata somministrata una combinazione di chemioterapia (bendamustina) e rituximab, mentre al terzo gruppo è stato curato con la combinazione di ibrutinib e rituximab.



LEUCEMIA LINFATICA CRONICA, LA NUOVA SCOPERTA

Importanti passi in avanti della ricerca, come accaduto per la Leucemia mieloide acuta o per la sclerosi multipla, con il direttore Ematologia all’Ospedale Policlinico San Martino di Genova e vicepresidente della Società Italiana di Ematologia Emanuele Angelucci che ha commentato: «Gli esiti dimostrano che con ibrutinib da solo si ottiene una più lunga sopravvivenza libera da progressione di malattia. In pratica, rispetto all’attuale standard (bendamustina più rituximab) si prolunga il tempo durante il quale il tumore non progredisce». Prosegue Angelucci, come riportato da corriere.it: «Con una tossicità minore e una più facile gestione della cura, visto che si tratta di compresse da prendere per bocca. Sono risultati talmente buoni che inducono a un cambio di terapia: questa nuova cura potrà cioè diventare il nuovo trattamento di prima scelta per i pazienti anziani con malattia sintomatica».

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