L‘Università inglese di Plymout ha messo a punto uno studio davvero molto interessante sulle capesante, evidenziando come all’interno di queste si vadano ad accumulare nanoplastiche. Ad essere rinvenuti sono stati dei piccolissimi frammenti di plastica che riescono nel giro di alcune ore a penetrare all’interno proprio di questi organismi marini. Quelle prese in esame sono le capesante atlantiche che sono rimaste esposte per sei ore in laboratorio. Qui si è notato come dei frammenti si vadano ad accumulare all’interno di organi come intestino e rene. La ricerca in questione è stata pubblicata su Environmental Science & Technology che ha fatto rinvenire la presenza di alcune nanoparticelle di 250 nanometri. Altri ancora più piccoli sono stati invece trovati all’interno del resto del corpo del mollusco. Una scoperta che ha dimostrato come le plastiche di 250 nanometri abbiano richiesto addirittura 48 giorni per scomparire del tutto.
Nanoplastiche nelle capesante: parla la ricercatrice Maya Al Sid Cheikh
La ricercatrice Maya Al Sid Cheikh ha raccontato qualcosa di più della ricerca sulle nanoplastiche presenti all’interno delle capesante. Come riportato da Repubblica, nella sua versione online, ha spiegato: “Le nanoparticelle di plastica possono essere assorbite molto rapidamente da un organismo marino e in poche ore vengono distribuite nella maggior parte degli organi principali“. Quello che è importante è capire se le particelle assorbite attraverso le membrane biologiche siano un rischio per la salute umana. Sicuramente questo è importante per capire poi se le capesante, o qualsiasi altro organismo marino, verranno consumate senza avere nessun tipo di problema di salute. La ricerca sicuramente farà altri passi in avanti alla ricerca di un’evidenza che potrebbe cambiare anche le regole sanitarie dei ristoranti di tutto il mondo. Le capesante sono tra l’altro un alimento davvero molto caro e pregiato.