L’allarme mucca pazza è stato scatenato dalla morte di un pensionato all’ospedale Mazzini di Teramo nel reparto di Neurologia. Ma quali sono i sintomi dopo il contagio da morbo di Creutzfeldt-Jakob? I primi di tipologia neurologica si rivelano addirittura dal comportamento del paziente che improvvisamente diventa ansioso e aggressivo. Subito dopo arriva la perdita dell’appetito e subito dopo anche dell’equilibrio. Sono dunque sintomi molto evidenti che collegati insieme danno una prova abbastanza certa. Servono ovviamente degli esami approfonditi sul paziente per diagnosticare con certezza il morbo in questione e a volte potrebbe essere necessario il prelievo del liquido cefalo-rachidiano, liquor. Ci troviamo dunque di fronte a una patologia non semplicissima da diagnosticare, ma che ha una sintomatologia abbastanza chiara ed evidente. Ma perché si coinvolgono le mucche? Questo perché la malattia neurologica cronica colpiva soprattutto i bovini e diventava trasmissibile nella carne di manzo poi consumata dall’uomo. (agg. di Matteo Fantozzi)
Come avviene il contagio?
Un pensionato è morto nel reparto di Neurologia dell’ospedale Mazzini, aveva contratto morbo della mucca pazza. Viene da chiedersi però come avviene il contagio. La causa scatenante del morbo di Creutzfeldt-Jakob è sostanzialmente un prione. Non si tratta di un batterio e nemmeno di un virus, ma di una proteina che scientificamente viene definita “agente infettivo non convenzionale“. Si trasmette inducendo le proteine sane nel nostro organismo ad assumere quella che può essere considerata una forma molecolare anomala. Sono diverse le caratteristiche specifiche della stessa come per esempio la resistenza alle temperature più elevate e all’azione degli enzimi che si può sottolineare come degradante. I prioni noti agli scienziati vanno ad attaccare il sistema nervoso e più in generale tutte le cellule neuronali. Al momento però non si hanno informazioni specifiche sul contagio del suddetto caso. (agg. di Matteo Fantozzi)
Scatta il protocollo di sicurezza
Torna l’incubo mucca pazza nel nostro Paese. Dopo il recente caso in Scozia, un pensionato è morto in Neurologia a Teramo per il morbo di Creutzfeldt-Jakob. E la mente torna a metà settembre, a Treviso: una donna di sessant’anni morì infatti per la stessa causa. Presentatasi all’ospedale Ca’ Foncello a inizio luglio, denunciando vuoti di memoria sempre più frequenti e lunghi momenti di assenza, la donna sembrava soffrire di demenza senile, ma la verità era ben più grave del previsto. Come riporta Treviso Today, esami più approfonditi hanno portato alla luce il fatto che la sessantenne avesse contratto il morbo di Creutzfeldt-Jakob e in pochi giorni la moltiplicazione di alcune proteine impazzite nel cervello della donna trevigiana hanno portato al collasso del suo sistema neuronale. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
Procedure post-mortem attivate
Un pensionato è morto nel reparto di Neurologia dell’ospedale Mazzini ed è scattato l’allarme mucca pazza. Per questo sono state attivate le procedure post-mortem come riportato da “La Città” negli scorsi giorni. Tutto è stato trattato secondo le linee guida con l’isolamento precauzionale di degenza all’interno del reparto anche se non sempre previsto. L’anatomo patologo è stato incaricato di andare a raccogliere i campioni cerebrali e poi alla fine nella sigillatura del feretro. In questi casi sono diverse le situazioni da seguire con la massima attenzione soprattutto per evitare che ci possano essere delle epidemie. Inoltre è importante valutare con attenzione anche l’origine batterica che ha portato al decesso del paziente in questione. In alcuni casi infatti l’eventuale errore nella diagnosi può essere smentito in un secondo momento con esami più approfonditi e anche eventuali autopsie. (agg. di Matteo Fantozzi)
Attivato il protocollo
Scatta l’allarme mucca pazza a Teramo dove un pensionato è morto nel reparto di Neurologia dell’ospedale Mazzini. Il 22 dicembre scorso il 77enne di Varano aveva accusato i sintomi proprio del morbo di Creutzfeldt-Jakob, variante umana appunto del morbo della mucca pazza nota anche come bse (encefalopatia spongiforme bovina). In base al protocollo sono state adattate tutte le rassicurazioni possibili, ma nonostante questo è scattata ovviamente la psicosi tra i residenti della frazione dove l’uomo risiedeva e cioè Varano. Al momento non è previsto nessun tipo di profilassi antibiotica per i soggetti che sono venuti a contatto con il pensionato deceduto di cui, ovviamente per motivi di privacy, non si sanno le generalità. Nelle prossime ore saranno fornite ulteriori informazioni, probabilmente tramite il sito ufficiale del Ministero della Sanità che in questi casi è molto chiaro soprattutto se ci sono necessità preventive.
Allarme mucca pazza, in Neurologia muore un pensionato: poche notizie e confuse
L’allarme mucca pazza è scattato per la morte di un 77enne a Teramo anche per l’arrivo di poche notizie e confuse. Va infatti evidenziato subito che l’uomo è morto per un arresto cardiaco dovuto a complicazioni legate all’apparato respiratorio. Questo non esclude che fosse affetto da Tse (encefalopatie spongiforme trasmissibile). La gravità del morbo ha amplificato subito la notizia, senza andar ad approfondire le cause nel dettaglio. La Tse è stata in un secondo momento diagnosticata dall’ospedale Mazzini dove era ricoverato e poi sono state prese tutte le precauzioni del caso. Dopo il decesso del signore è stato disposto il prelievo del liquido cefalo-rachidiano, liquor, per effettuare tutti gli esami del caso. Statistica ci dice poi dell’incidenza di un caso su un milione di persone con sei casi a Teramo in dieci anni.