Da anni ormai c’è grande disaccordo anche tra gli specialisti sul lavoro di notte. Se alcuni non sono preoccupati per il cambio del ritmo circadiano, altri invece considerano questa abitudine come un rischio per la salute che espone a uno sconvolgimento di metabolismo e organismo, andando ad aumentare il rischio di sviluppare alcune patologie. Il Financial Times ha pubblicato un articolo a firma di Sophia Martineck in qui riapre la questione. Tra i rischi principali c’è quello della privazione del sonno, che porta tra lavoro e casa gli impiegati a non lavorare mai. I turni di notte sono pagati notoriamente di più e spesso vedono protagoniste le categorie sociali meno elevate che non potendosi permettere badanti di giorno devono badare alla casa e ai bambini, senza riuscire quindi a dormire. Ovviamente il mancato riposo porta dei rischi davvero molto difficili da calcolare per la salute.
IL FINANCIAL TIMES SI INTERROGA
Il Financial Times si interroga su un abitudine spesso sottovalutata ma in grande aumento: il lavoro di notte. Si riapre dunque un dibattito su un tema che viene considerato non tanto interessante, ma che in realtà vede protagonisti tantissime persone anche nel nostro paese. Non si tratta solo di medici e infermieri impegnati in turni variabili all’interno degli ospedali, ma anche di giornalisti impegnati nel redarre giornali per il giorno dopo, fornai che di notte appunto preparano il pane fresco, oltre a tantissimi altri mestieri tra i più vari. In un mondo tecnologico dove si va sempre più di fretta e dove le richieste sono portate a uno svolgimento che implica l’obbligo di avere impiegati anche di notte. Prendiamo ad esempio il servizio Prime di Amazon, ovviamente l’azienda utilizza anche la tecnologia per velocizzare le sue operazioni, ma fondamentale è la presenza di personale che sia in grado di sviluppare per tutte le ventiquattro ore le operazioni in grado di velocizzare le spedizioni.