Come si suol dire, dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna e anche per Massimo Bottura si tratta di questo. Lara è la sua musa, la sua ispirazione per fusion e nuovi piatti ma anche la regina della sua casa. Lui si diletta nella cucina della sua Osteria Francesca ma a casa è lei che cucina, parola della donna che ha sposato lo chef. Lara Gilmore, 50 anni, newyorchese trasferita a Modena per amore di Massimo Bottura si racconta a Il Corriere della Sera e dopo il grande successo raggiunto dal marito rivela: “Per il mio minestrone Massimo è capace di mollare tutto, gli piace da morire. È severo, mi dice sempre che uso poco sale, che faccio confusione con le erbe aromatiche e che il risotto lo potrei cuocere di meno. Ma io sono contenta quando mi critica, così imparo”. A quanto pare lei ama le sue critiche e, ormai, dopo 25 anni insieme sicuramente avrà appreso molto dal grande maestro. La sua carriera è dovuta anche al loro idilliaco rapporto? (Hedda Hopper)
MASSIMO BOTTURA ICE NO AI COOKING SHOW
Massimo Bottura è un “folle” genio e lui lo sa bene. Spesso ha sottolineato il fatto che gestire questa sua irrazionalità è un punto di forza, una caratteristica del popolo italiano, ed è questo che lo spinge ad osare con i suoi piatti. Lo chef ha le idee ben chiare sulla cucina, sul suo modo di gestire la sua brigata ma anche sui cooking show che si moltiplicano in tv e, a quanto pare, odia. Proprio in un’intervista a Il Corriere della Sera, qualche tempo fa, il proprietario dell’Osteria Francescana ha ammesso di odiare la tv e anche tutti i programmi di cucina dei quali, sembra, non farà mai parte: “MasterChef? Hell’s Kitchen? «Non mi piacciono i talent. La cucina è un atto d’amore, è un lavoro intellettuale; non è una gara. In tv non vado volentieri. Troppo superficiale. Al limite la tv viene da me”. Questo significa che tutti coloro che sognavano di averlo ospite in una puntata della prossima edizione di Masterchef Italia proprio per festeggiare la sua “vittoria” nella classifica dei World’s 50 Best Restaurants 2018 dovrà fare i conti con il fatto che lui non ci sarà. (Hedda Hopper)
LA VITTORIA E GLI ALTRI RISTORANTI ITALIANI IN CLASSIFICA
Massimo Bottura è stato decretato per la seconda volta, il migliore per la classifica dei World’s 50 Best Restaurants 2018. La sua Osteria Francescana in quel di Modena è stata premiata ancora dopo il 2016 quando, sbaragliando la concorrenza di ristoranti spagnoli e danesi, aveva guadagnato la prima posizione. Al secondo posto troviamo Il Celler de Can Roca di Girona, al terzo posto il Mirazur di Mentone, guidato dallo chef Mauro Colagreco (uno dei giudici televisivi di Top Chef). Scende al quarto posto, l’ex vincitore dello scorso anno Eleven Madison Park di New York. Non soltanto Bottura nell’elenco dei migliori. Nella classifica dei primi 50 infatti, compaiono spesso e volentieri molte realtà italiane. Piazza Duomo, di Alba, con lo chef 3 stelle Michelin Enrico Crippa alla 16° posizione. Le Calandre, 3 stelle Michelin guidato dallo chef Massimiliano Alajmo (dalla posizione 29° nel 2017 alla 23°). Niko Romito con il suo ristorante Reale a Castel di Sangro, 3 stelle sulle colline abruzzesi, si classifica al 36° posto, dal 43° posto dello scorso anno.
Massimo Bottura, il migliore su 50 Best Restaurants 2018
Massimo Bottura torna a Modena da trionfatore. E’ suo il primo posto tra i 50 Best Restaurants. Dall’aeroporto di Monaco lo chef, risponde a Mary Cacciola e Andrea Lucatello, di Radio Capital. “Il mio team – racconta – mi ha già detto di mettermi l’impermeabile, perché mi aspettano a gavettoni”. Ed infatti, appena arrivato è stato accolto dai suoi dipendenti con divertenti secchiate d’acqua. “Aspettavo mentre a graduatoria avanzava – racconta Massimo – poi siamo arrivati al numero due e mi sono rilassato. Ho assaporato il momento”. Dopo aver ritirato il premio, lo chef ha ringraziato: “Il mio ringraziamento va a tutta la mia squadra, ma il primo pensiero va ai Refettori, al progetto che stiamo portando avanti, alla lotta per una cucina più solidale. Dobbiamo dimostrare al mondo che gli chef nel 2018 sono molto più delle loro ricette. Se stiamo uniti, abbiamo la forza di cambiare. Siamo parte della stessa rivoluzione”.