Potrebbe presto rendere la Clinica “Mangiagalli” un centro d’eccellenza non solo in Italia ma pure all’estero uno dei due rivoluzionari interventi compiuti da delle équipe mediche per curare la spina bifida direttamente in utero. Ne è convinto Enrico Ferrazzi, responsabile del Mangiagalli Center, che in una intervista ha parlato della gravità di questa patologia per i futuri nascituri ma ha sottolineato pure l’eccezionalità dell’intervento chirurgico che permetterà in futuro alla stessa Clinica di porsi come un punto di riferimento a livello europeo. “Devo fare però i complimenti a chi ha operato perché hanno scelto una tecnica innovativa” ha spiegato Ferrazzi a proposito dell’intervento di chirurgia mininvasiva effettuato con successo. Sulla stessa lunghezza d’onda uno degli specialisti che ha eseguito l’intervento: Francesco Macchini, chirurgo pediatra al “Mangiagalli”, ha illustrato alcuni dettagli della tecnica utilizzata ma ha invitato ad attendere prima di cantare vittoria: “In questo momento i bimbi e le mamme stanno bene, ma poi andrà seguito il resto della gravidanza e il parto” ha ammesso, garantendo comunque che dopo la nascita i neonati seguiranno un percorso di follow-up in modo da dare loro una chances di guarire da questa malformazione neonatale. (agg. di R. G. Flore)



OPERAZIONE MININVASIVA, STRUMENTI SPESSI 3MM

Quando la medicina si spinge al di là dell’immaginazione per migliorare la vita dei pazienti si può parlare quasi di un miracolo scientifico. E l’operazione su due feti affetti da spina bifida condotta in utero è forse la dimostrazione plastica – al di là dell’esito che sarà chiaro tra qualche tempo – dai passi avanti fatti nel campo della chirurgia. Mai un intervento come quello svoltosi al Policlinico di Milano era stato realizzato in tutta Europa. Come riportato da Il Corriere della Sera, per non aprire l’utero ed esporre il feto a rischi eccessivi, l’equipe medica ha utilizzato tecniche di chirurgia mininvasiva, introducendo nell’utero della madre strumenti sottilissimi (3 millimetri di spessore). I chirurghi hanno operato con il supporto di  un costante monitoraggio ecografico, raggiungendo così la colonna vertebrale e riparando il danno. (agg. di Dario D’Angelo)



DAL POLICLINICO FILTRA CAUTELA

Filtra cautela dal Policlinico di Milano dopo l’operazione “riparatoria” ai due feti affetti da un grave difetto della colonna vertebrale e del midollo spinale, detto spina bifida. L’intervento chirurgico è riuscito alla perfezione ma per gioire bisognerà attendere la nascita dei due bambini, quando si potrà capire se effettivamente le cure avranno dato esito positivo. Di certo quanto avvenuto al Policlinico di Milano rappresenta un importante passo avanti nel campo della salute. Nel caso specifico, l’obiettivo dei medici è quello di allungare il più possibile la gravidanza, per far sì che i due feti possano essere monitorati e allo stesso tempo per verificare l’efficacia dell’intervento stesso, il primo in Europa che ha consentito di intervenire direttamente sui due feti alla venticinquesima settimana di gestazione. (Aggiornamento Jacopo D’Antuono)



UN INTERVENTO CHIRURGICO RIVOLUZIONARIO

A Milano è arrivato un intervento chirurgico davvero rivoluzionario, il primo in Europa che ha permesso di operare due feti alla venticinquesima settimana di gestazione direttamente nell’utero materno per ridurre la spina bifida. Ad annunciarlo è la Fondazione Irccs dove questi due bimbi sono stati operati. L’equipe multidisciplinare impegnata in questa operazione è stata guidata da Nicola Persico che è esperto di riferimento per la chirurgia fetale e con lui c’era anche il chirurgo neonatale Francesco Macchini. Il primo dei due interventi è stato effettuato su una donna proveniente da un’altra nazione europea il 19 giugno, mentre il secondo su un’italiana il 20 dello stesso mese presso la Clinica Mangiagalli. Tra due settimane sarà effettuato il terzo intervento di questo tipo. Le operazioni sono durante entrambe attorno alle cinque ore.

COS’È LA SPINA BIFIDA?

Gli interventi rivoluzionari che si stanno eseguendo a Milano pongono l’attenzione sulla spina bifida, ma cos’è di preciso? Si tratta di una malformazione dovuta alla chiusura incompleta di una o più vertebre, la risultate è poi una malformazione del midollo spinale. Si tratta della malformazione più comune a livello del sistema nervoso centrale, si parla in epidemiologia di un caso su circa ottomila bambini nati, ma la costante può variare di paese in paese. Tra le influenze possono esserci anche le abitudini alimentari, con l’assunzione dell’acido folico come possibile prevenzione della malformazione. Basti pensare che l’assunzione di vitamina B9 da parte delle mamme prima del concepimento e per le prime sette settimane di gravidanza porta a ridurre le possibilità che si verifichi la spina bifida nel nascituro del 60%. Sono diverse le classificazioni di questa patologia dalla spina bifida occulta fino al mielocistomeningocele. Chiaramente da una all’altra varia anche la gravità dei sintomi e purtroppo la qualità della vita del nascituro.