I ricercatori che hanno lavorato allo studio sull’epilessia si sono soffermati sui livelli plasmatici di ghrelina e del suo derivato, cioè la des-acil ghrelina. Questi sono ormoni prevalentemente prodotti dallo stomaco che sono finiti sotto osservazione grazie a numerosi modelli sperimentali. E’ stato dimostrato che chi ne produce una maggiore quantità ha una risposta ottimale ai farmaci antiepilettici. Addirittura i livelli di ghrelina erano raddoppiati nei pazienti che rispondevano bene ai farmaci. Ne ha parlato anche il professore Giuseppe Biagini come riportato da Ansa: “Questo risultato fa ritenere che gli ormoni oggetto di studio sono importanti per determinare quella che è una riduzione ottimale delle crisi epilettiche e che possano costruire un biomarcatore di risposta ai farmaci utilizzati per curare l’epilessia”.



UN PRELIEVO DEL SANGUE CHE CAMBIA LA VITA

Uno studio pubblicato su Neurology potrebbe regalare una soluzione ai bambini affetti da epilessia. Pare infatti che basterà un semplice prelievo di sangue per riuscire a rivelare in anticipo se i farmaci antiepilettici possono dare una risposta positiva. Questo eviterebbe di andare a rischiare ulteriori complicazioni in un quadro clinico già delicato. Una svolta che potrebbe essere accompagnata anche dall’introduzione di altri farmaci per cercare di limitare un problema di cui purtroppo si possono ancora curare gli effetti e non le cause. Lo studio è stato condotto dai ricercatori dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia insieme all’Azienda ospedaliero-universitaria e dell’AUSL di Modena. Sono stati 114 i bambini sotto i quattordici anni osservati da vicino per capire come effettuare con precisione lo studio sui farmaci loro adatti. Presto saranno resi noti ulteriori dettagli che potranno essere determinanti per la salute di tantissimi bambini.

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