Un medico all’interno di un’ambulanza con a bordo un paziente grave può fare la differenza. Addirittura ci sono il 30% in più di possibilità di sopravvivenza nei casi più a rischio, per questo si riflette su quella che potrebbe essere una piccola rivoluzione legata alla sanità nazionale. Il Presidente del Sis 118 Mario Balzanelli ha incontrato il Senato e chiesto al nuovo governo e al ministro della salute una riforma legislativa. Si parla di una riforma improcrastinabile e priorità basta su quella che è l’omogeneità di concezione, rafforzamento strutturale e gestionale. Il cardine imprescindibile di questa normativa è legato all’obbligo della presenza sulle ambulanze di infermieri e medici che sono carenti più al nord che al sud. Una situazione per la quale sembra necessaria una svolta rapida e improvvisa per regalare più possibilità a chi accusa un problema improvviso di sopravvivere ed essere assistito nel miglior modo possibile.
UNA SVOLTA PER IL 118?
La senatrice Laura Stabile ha tenuto oggi un convegno dal titolo “Numero unico emergenza 112: un modello da rivedere”. All’interno di questo si è sottolineata l’importanza della presenza di un medico all’interno delle ambulanze. Questo particolare non trascurabile sembra che possa garantire al paziente soccorso il 30% in più di possibilità di arrivare in ospedale in vita. Nelle situazioni tragiche infatti l’intervento di un professionista di alto livello potrebbe dare quel qualcosa in più in grado di stabilizzare la situazione per poi intervenire direttamente al pronto soccorso. Il Presidente del Sis 118 Mario Balzanelli ha parlato nell’incontro in Senato come riportato da Ansa: “Sui mezzi di soccorso mancano di fatto medici e infermieri in maggiore proporzione al nord rispetto al sud. Dove in numerosi casi non sono previste piante organiche dedicate e dove il personale sanitario viene preso in prestito a gettone da diversi reparti ospedalieri”.