Sono molte le riflessioni che si sono fatte in merito ai pericolosissimi virus che arrivano da Gran Canaria e che hanno colpito alcune persone all’interno dell’ospedale in cui erano stati ricoverati per altro. Un virus resistente dagli antibiotici che è stato messo sotto la lente di ingrandimento per il rischio che si potesse generare una rapida epidemia. I dati statistici che arrivano sono preoccupanti perché la resistenza di questi potenti virus è salita dall’1.3% del 2009 al 27% del 2011 fino addirittura al 33% del 2015. Ci troviamo in un momento in cui questi batteri si stanno facendo più ”intelligenti” e il rischio è quello che venga contratto, non sconfitto e diffuso. La medicina si interroga e intanto si cerca di trovare una possibile soluzione per riuscire finalmente a debellare quella che sembra una situazione senza via d’uscita. (agg. di Matteo Fantozzi)



L’UNICA ARMA È LA COLISTINA

Viene da Gran Canaria la notizia di un virus resistente agli antibiotici che costringe all’utilizzo di un’unica arma che sembrava ormai sparita da tempo dalla circolazione. Si parla della Colistina, un antibiotico che non si usa più e che è contro i batteri resistenti. Purtroppo però è un farmaco considerato altamente tossico per i reni e il sistema nervoso e utilizzabile solo ad alto dosaggio. Questo rende tutto più difficile e obbliga i ricercatori a trovare delle soluzioni che non si possono considerare così facili da gestire. Sarà importante cercare di lavorare a questo progetto con estrema rapidità per evitare di ritrovarsi a vivere la situazione in maniera più rapida del normale visto l’obbligo di riuscire ad evitare epidemie imminenti. Questo ci porterà a dover valutare ovviamente anche gli effetti negativi causati dalla Colistina che non può essere assunta senza precauzioni. (agg. di Matteo Fantozzi)



VIRUS RESISTENTE AGLI ANTIBIOTICI

Si continua a parlare di batteri resistenti agli antibiotici, ma questo non solo legato a quanto riguarda Gran Canaria. C’è infatti da specificare che in Messico sono morti nove neonati sempre per il batterio del genere Klebsiella che è la capitale dello stato di Morelos. Citando fonti anonime i media sostengo che in realtà le vittime sarebbero addirittura quindici. I decessi in questione risalgono fra la fine di giugno l’inizio del mese di luglio. Si parla dell’unità di terapie speciali neonatali riguardo all’Ospedale generale di Cuernavaca. Questo ospita all’incirca quattrocento neonati al mese e sicuramente la notizia legata ai decessi preoccupa sempre di più. Va sottolienato però che anche in questo caso, come nell’ospedale di Gran Canaria, si tratti di un batterio da considerarsi resistente agli antibiotici. A questo punto rischia comunque essere sempre più complicato andare a curare queste patologie con l’inevitabile aumento dei decessi. (agg. di Matteo Fantozzi)



TREDICI CITTADINI NORVEGESI E SVEDESI COLPITI DA UN BATTERIO

Arrivano delle notizie veramente preoccupanti dall‘ospedale di Gran Canaria nelle isole Canarie. Fino a questo momento sono tredici i cittadini norvegesi e svedesi che sono stati colpiti tra gennaio e aprile da un batterio considerato resistente agli antibiotici. Questi hanno contratto il virus tutti all’interno del nosocomio in questione, che a questo punto rischia di diventare un focolaio. La notizia arriva direttamente dall’Ecdc (Centro europeo per il controllo delle malattie) che spiega con precisione come ci sia un grande rischio che questo virus si possa diffondere in tutta l’Europa con i turisti che tornando a casa potrebbero portarla nei loro ospedali. Proprio questo motivo si pensa che i nosocomi siano a rischio epidemia e viene attaccato il paese d’origine dove non è stata presa nessuna forma di prevenzione.

AMMALATI IN OSPEDALE, RISCHIO FOCOLAIO?

Proprio queste notizie alzano le misure di prevenzione degli ospedali europei. Sembra infatti che vogliano verificare con attenzione i viaggi fatti dai pazienti che si presentano con dei virus infettivi. Il batterio in questione sembra essere il Kiebsiella penumoniae St392, questo produce degli enzimi Ora 48 e di solito si contrae proprio negli ospedali. Il rischio di contagio diventa davvero molto complicato se si evita l’ambiente ospedaliero anche se sono molti i veicoli che potrebbero portare la diffusione del virus anche all’esterno. Per questo chi ha visitato un paese residente sotto osservazione e abbia passato tempo in ospedale sarà messo sotto stretta osservazione per quanto riguarda il batterio. Sarà importante dunque fare le cose con attenzione, evitando che il contagio porti all’epidemia.