Quella che è la più ampia ricerca conosciuta sull’effetto degli Omega 3 sull’organismo umano, con un campione di 112mila persone che ha raccolto complessivamente 79 studi, sembra dunque destinata a cambiare la percezione delle abitudini alimentari di chi amava consumare pesce azzurro e fare scorpacciate di salmone e merluzzo per ridurre al minimo i rischi di malattie cardiovascolari. Nulla di tutto questo è concretamente possibile, il consumo di Omega 3 non ha praticamente effetti su queste patologie, e anche per malattie connesse come le aritmie e le insufficienze coronariche. Gli Omega 3 non avrebbero neppure effetti benefici su eventi considerati importanti per aumentare i fattori di rischio cardiovascolare, come l’accumulo di adipe e la concentrazione dei lipidi. (agg. di Fabio Belli)
COSA SONO ALA, EPA E DHA
Cosa sono Ala, Epa e Dha? Sicuramente è importante conoscere meglio i principali grassi Omega 3 anche se secondo un recente studio pare che questi non siano poi così essenziali per la salute come magari si era pensato in precedenza. L’Ala è presente negli alimenti vegetali, mentre l’Epa e il Dha si trovano nei pesci. Sono essenziali per rimanere in un buono stato di salute, almeno così si pensava fino a non molto tempo fa. Fatto sta che questi alimenti si possono assumere attraverso il cibo e da sempre si è convinti che possano aiutare a prevenire malattie complesse come infarto, ictus e anche malattie coronariche. Recentemente si è scoperto che gli Omega 3 non salvano il cuore, ma serverà di capire in maniera razionale davvero come è stato condotto lo studio e perché sia cambiato tutto rispetto al passato quando invece si pensava davvero di poter dare una grossa mano al nostro organismo. (agg. di Matteo Fantozzi)
NON FANNO DI CERTO MALE
Si è sempre pensato che gli Omega 3, ricchi di acidi grassi, siano un toccasana per il cuore e più in generale per il nostro organismo. Una ricerca recente smentisce tutto, ma nonostante questo non sottolinea ovviamente che si possa parlare di alimenti pericolosi per la salute. Il salmone, le noci e molti altri che contengono Omega 3 fanno comunque bene alla salute e possono regalare delle ottime risposte a livello di salute. Sarà importante capire poi se davvero i benefici che si pensava di avere al cuore siano frutti di false speranze. Di certo gli studiosi precedenti che si sono applicati proprio nello studio di questi particolari acidi grassi non possono aver fallito in tutto e per tutto, sarebbe di certo un autogol molto difficile da dimenticare. Nelle prossime settimane potrebbero proprio da queste basi arrivare dei nuovi test in grado di confutare o confermare l’ipotesi. (agg. di Matteo Fantozzi)
UNA RICERCA DA SIDNEY
Una ricerca che ci arriva da Sidney potrebbe rivoluzionare in maniera definitiva la prevenzione a tavola. Secondo quanto rivelato dalla Cochrane Library sarebbe stato evidenziato come gli omega 3, cioè gli acidi grassi contenuti in alcuni cibi, non portino in realtà dei benefici al cuore e non siano utili, come si pensava, nella prevenzione di infarti e ictus. Sono state analizzate 79 sperimentazioni randomizzate che hanno addirittura coinvolto 112.059 persone. La responsabile di ricerca Lee Hooper ha sottolineato: “Non abbiamo osservato effetti protettivi. I ricercatori non sono stati in grado di dimostrare un chiaro beneficio clinico nei disturbi cardiaci”. Si tratta sicuramente di una svolta importante che potrebbe cambiare diverse idee che fino a questo momento apparivano anche abbastanza scontate.
ECCO COSA SI PENSAVA FINO AD OGGI
Gli Omega 3 sono una categoria di acidi grassi che sono caratterizzati dal primo doppio legame. Da sempre si sottolinea come questi siano un vero e proprio salvavita in grado di prevenire infarti e ictus, con degli effetti incredibili sulla salute del nostro cuore. Sono contenuti in grande quantità nel pesce, soprattutto in sardine, acciughe, salmone, tonno, sgombro e pesce spada, ma li possiamo trovare anche di origine vegetale in noci, semi di chia, avocado, semi di canapa, spinaci, riso rosso e avocado. Lo studio recente però inverte le carte in tavola e fa pensare che anni di lavoro sulla prevenzione siano stati del tutto inutili e che questi prodotti abbiano sì proprietà benefiche ma non in questo preciso campo. Ovviamente non tutti la pensano così, e per questo presto saranno necessari nuovi test in grado di dare delle risposte in merito.