In merito al vaccino Hiv si è espresso anche Stefano Vella che dirige il Centro per la salute globale dell’Istituto superiore di Sanità. Questi è un grandissimo esperto in materia di Hiv e ha parlato, come riportato da Repubblica, sottolineando: “Lo studio effettuato è davvero molto importante, ma non basterà. Perché gli approcci più nuovi che si stanno seguendo sono altri. Sono quelli che si seguono per qualsiasi vaccino, cioè individuare un antigeno che deve sviluppare gli anticorpi neutralizzati questi impediscono l’infezione al cento per cento. Il vaccino di questo studio è stato sviluppato per stimolare l’immunità cellulare e non anticorpale. Quindi è vero che produce tanti anticorpi, ma al momento non sappiamo quanto efficaci contro il virus. Questo purtroppo è astuto e muta molto rapidamente. Solo gli anticorpi neutralizzati possono bloccarlo. Credo che non siamo lontani dalle prime prove sui non infetti”. Staremo a vedere quali saranno le evoluzioni da studiare in merito proprio al virus. (agg. di Matteo Fantozzi)
UN MIX DI CEPPI DI VIRUS SENZA EFFETTI COLLATERALI
Sarà presto sperimentato in Africa il nuovo vaccino ideato nella lotta contro l’HIV e di cui parla anche la prestigiosa rivista Lancet: infatti, presto si aprirà la fase due, ovvero quella che vedrà una sperimentazione su più vasta scala (si parla di migliaia di persone) in Africa, e in particolar modo su pazienti dei Paesi subsahariani, ovvero una delle zone coi più alti tassi di contagio al mondo, al fine di testarne non solo l’efficacia ma vedere anche come quello che è stato definito un “vaccino a mosaico” agisca. Infatti, come si apprende da Lancet, quest’ultimo contiene al suo interno svariati ceppi di virus che i ricercatori hanno prelevato in giro per il mondo, in modo da coprire il più ampio spettro di casi. Ad ogni modo, già nella fase uno pare essere stato scongiurato uno dei rischi principali, ovvero quello delle possibili reazioni collaterali (di cui non si ha traccia), mentre è stata giudicata molto “soddisfacente” dai ricercatori la risposta immunitaria. (Agg. di R. G. Flore)
SCIENZIATI OTTIMISTI, “UNA SFIDA SENZA PRECEDENTI”
Nuove speranze nella lotta contro l’Hiv: un nuovo vaccino sembra essere sicuro da usare e induce una risposta immunitaria negli umani e macachi nelle prime fasi sperimentali. Lo spiega la rivista scientifica Lancet, secondo cui questo vaccino è considerato abbastanza sicuro da poter passare alla fase sperimentale successiva, quella che coinvolge un numero maggiore di esseri umani. Questo è uno dei soli cinque vaccini sperimentali che sono riusciti a raggiungere questa fase nei 35 anni di lotta al virus dell’Hiv. Il vaccino in questione è stato testato su 393 persone sane considerate a basso rischio infettivo e su 72 scimmie. Chi ha partecipato a questo esperimento proviene da 12 cliniche in Sud Africa, Africa orientale, Thailandia e Stati Uniti. Si è dimostrato ben tollerato da tutti i soggetti coinvolti e in grado di generare una risposta immunologica contro il virus Hiv-1, tipo del virus maggiormente diffuso e più contagioso a livello globale.
VACCINO HIV, RISPOSTA IMMUNITARIA: ORA TEST SU PIÙ PERSONE
Il vaccino ha fornito il 67% di protezione dal virus nelle scimmie, mentre non è ancora chiaro se possa offrire protezione anche negli umani. «Posso dire che siamo soddisfatti dei risultati ottenuti sino ad ora, ma dobbiamo interpretare i dati in modo cauto» ha commentato – come riportato da Il Giornale – il dottor Dan H. Baraouch, ricercatore in questo studio, docente di Medicina presso Harvard e Direttore del Centro di virologia e ricerca vaccinale. Il nuovo vaccino per ora ha dimostrato la sua efficacia nelle scimmie e, sebbene sia riuscito a produrre anticorpi contro l’Hiv negli esseri umani, è ancora incerto il suo grado di protezione contro l’infezione. «Dobbiamo renderci conto che sviluppare un vaccino per l’Hiv è una sfida senza precedenti e non sappiamo ancora se sarà in grado di proteggere gli uomini» ha aggiunto Baraouch. La seconda fase della sperimentazione comunque coinvolgerà un ampio numero di persone ad alto rischio infettivo.