Le chiamano “smart drugs” o “droghe intelligenti”, ma siamo evidentemente in presenza di un ossimoro visto che nell’assunzione di droghe di intelligente non c’è davvero nulla. Il riferimento è a quelle sostanze che prendono il nome di Nootropi, che a detta di uno studio pubblicato dall’International Journal of Drug Policy e ripreso da Nature Online, avrebbero fatto registrare un allarmante aumento nei consumi in tutto il mondo. Per la precisione un +9% che ha fatto passare le persone che le hanno utilizzato almeno una volta negli ultimi 12 mesi dal 5% del 2015 al 14% del 2017. Se è vero che la percentuale maggiore di consumo, pari al 30%, si registra negli Usa, l’Europa è però in una posizione a dir poco allarmante in quanto all’aumento della diffusione delle smart drugs. Basti pensare che in Francia l’utilizzo nel giro di due anni è aumentato del 13%, in Irlanda e Olanda del 14%, e in Gran Bretagna del 18%. Ora la domanda è la seguente: come si può porre rimedio a questa situazione? (agg. di Dario D’Angelo)



AUMENTA L’ACQUISTO ONLINE DI SMART DRUGS

L’aumento del consumo delle cosiddette “smart drugs” nei Paesi dell’Unione Europea, stando a dei dati pubblicati da una ricerca apparsa sull’International Journal of Drugs and Policy, sta facendo discutere non solo perché si parla di un vero e proprio boom (e in certi casi anche di abuso) di questo tipo di farmaci, ma perché solleva pure questioni di tipo etico sul perché vi si faccia ricorso: inoltre, un aspetto molto interessante del suddetto studio è il modo in cui sempre più persone, che si tratti di studenti che vogliono migliorare i propri risultati o lavoratori sottoposti a ritmi stressanti, è quello relativo al modo in cui ci si procurano le droghe intelligenti. A balzare all’occhio è il fatto che oramai cresce vertiginosamente l’acquisto attraverso i canali online: su Internet è facile individuare diversi rivenditori e il 10% delle persone intervistate ha dichiarato di aver preferito l’e-commerce, ma una importanza fondamentale soprattutto nel venire a conoscenza di questi farmaci (ovvero lo step precedente) ce l’ha ancora il passaparola, specie di amici (48%). (Agg. di R. G. Flore)



“QUESTO SOLLEVA PREOCCUPAZIONI ETICHE”

Boom di farmaci per studiare o migliorare le prestazioni sul lavoro. L’allarme è stato lanciato da uno studio pubblicato sull’International Journal of Drug Policy e guidato da Larissa Maier, psicologa dell’Università della California, San Francisco. «I partecipanti alla Global Drug Survey sono più propensi della popolazione generale a essere interessati all’uso di droghe, il che potrebbe influenzare i risultati» ha subito puntualizzato. Tuttavia, aggiunge, percentuali simili di uso non medico di “smart drug” sono osservate anche negli studi sulla popolazione generale, e questo «suggerisce che i risultati dell’indagine sono robusti». Lo studio è stato commentato da Barbara Sahakian, neuroscienziata dell’Università di Cambridge, nel Regno Unito, non coinvolta nel lavoro: «C’è un crescente uso legato agli stili di vita di farmaci che potenziano le capacità cognitive da parte di persone sane e questo solleva preoccupazioni etiche». (agg. di Silvana Palazzo)



FARMACI COME DROGHE PER MIGLIORARE STUDIO E LAVORO

Farmaci come droghe per migliorare studio e lavoro: boom nell’Unione Europea, questo l’allarme lanciato da uno studio pubblicato nell’International Journal of Drug Policy, ripreso da Nature Online. Nel mirino i Nootropi, meglio conosciuti come smart drugs: parliamo di sostanze che aumentano le capacità dell’essere umano in particolare abilità e funzionalità del cervello. Queste smart nutrients agiscono aumentando il rilascio di agenti neurochimici, migliorando in questo modo l’apporto di ossigeno al cervello e stimolando la crescita nervosa. Queste smart drugs contengono sostanze presenti anche in alimenti o parti di piante, dunque disponibili anche nei negozi alimentari: ovviamente il metodo più utilizzato per l’acquisto è la vendita online con migliaia di persone che puntano sui nootropi per migliorare le proprie abilità di pensiero. E i dati confermano questa tendenza, con picchi di crescita che fanno scattare l’allarme: 9 per cento in soli due anni nell’Ue.

CRESCITA DEL 9% IN DUE ANNI

Come sottolineato dall’Ansa, lo studio pubblicato nell’Internation Journal of Drug Policy si è basato sulla testimonianza di migliaia di persone in quindici nazioni nel mondo: il 14 per cento degli intervistati ha ammesso di aver utilizzato le droghe intelligenti almeno una volta nell’ultimo anno. Una crescita incredibile rispetto al 5 per cento del 2015. I picchi di crescita più sensibili sono stati registrati in Europa: il 13 per cento in Francia e il 18 per cento in Gran Bretagna. Inoltre, il 48 per cento delle persone ha dichiarato di avere avuto queste smart drugs attraverso gli amici, mentre il 10 per cento ha detto di averli acquistati da un rivenditore o tramite internet. Il 6 per cento li ha ottenuti da un membro della propria famiglia e, infine, il 4 per cento ha dichiarato di avere delle proprie ricette. Negli Stati Uniti d’America una crescita del 10 per cento in appena due anni: dal 20 per cento del 2015 al 30 per cento del 2017.