La ricerca di Stanford è stata condotta dagli studiosi Xianrui Cheng e James Ferrell Jr che hanno studiato il ritmo della apoptosi a partire dalle uova di rana. Sicuramente si tratta di uno studio rivoluzionario che può dare delle nuove soluzioni per la cura dell’Alzheimer. L’apoptosi è un processo di morte programmata, un percorso che porta alla morte delle cellule in maniera decisamente ordinata e pulita grazie all’utilizzo di Atp. In termini scientifici questa viene chiamata anche morte altruista o morte pulita che fa parte del ciclo vitale. Nonostante questo alcune cellule possono velocizzare questo processo di invecchiamento verso alcune pesanti patologie e la scoperta può essere utile per la sua risoluzione. La velocità della morte di alcune cellule può portare a un rischio difficile da gestire, ma la scienza sta facendo dei passi in avanti che sono da considerarsi sicuramente molto interessanti. (agg. di Matteo Fantozzi)



UNA SOLUZIONE PER L’ALZHEIMER

Uno studio dell’Università di Stanford ha stupito tutti, perché ci ha rivelato qual è la velocità della morte, raccontandoci il processo di invecchiamento e deterioramento delle cellule. Un processo molto interessante che ha portato a delle conclusioni inaspettate, ma a cosa serve se non a dare uno spunto puramente teorico? Gli studiosi hanno scoperto infatti come questo studio possa rivoluzionare la cura di alcune malattie neurodegenerative come per esempio l’Alzheimer. Grazie a uno studio approfondito del ciclo vitale delle cellule si può arrivare a incoraggiare le cellule malate ad uccidere sé stesse, liberando di fatto il corpo da alcune pericolose malattie. Va detto anche che queste sono tutte supposizioni seppur scientifiche ancora non provate sul campo. Sarà quindi determinante in poco tempo riuscire a trovare una via per arrivare alla risoluzione di patologie che fin da troppo tempo stanno costringendo la medicina a un periocoloso tentennamento. (agg. di Matteo Fantozzi)



SCOPERTA LA VELOCITÀ D’INVECCHIAMENTO DELLE CELLULE

La morte avanza di due millimetri all’ora. Questa la scoperta dell’Università di Stanford, che dedica un importante studio alla velocità d’invecchiamento delle cellule. I ricercatori impegnati sono James Ferrell Jr. e Xianrui Cheng, che hanno pensato alle uova di rana (spec. Xenopus laevis) per verificare il ritmo dell’apoptosi. Quest’ultimo è un processo di morte programmata che si discosta dalla semplice necrosi cellulare, la quale, invece, avverrebbe in maniera ordinaria. L’apoptosi, al contrario, è un processo ordinato e programmato: il meccanismo consente di bilanciare il loro numero, evitando danni a singole cellule non perfettamente funzionanti o “impazzite” (neoplasia). Gli scienziati della Stanford University hanno controllato il ritmo di trasmissione delle trigger waves (onde scatenanti), il segnale biochimico di autodistruzione, servendosi di una proteina fluorescente in grado di illuminarsi durante l’apoptosi. Il processo, in tal caso, è stato indotto sulle uova di Xenopus laevis.



La velocità si è rivelata sopra gli standard di una semplice diffusione, il meccanismo che permette alle molecole di spostarsi ida una zona molto concentrata a una meno “concentrata”. Da qui il risultato della ricerca: la morte viaggia a 30 micrometri (un milionesimo di metro) al minuto. Una conclusione che non è solo teorica: una maggiore comprensione dell’apoptosi ha delle precise implicazioni cliniche. Approfondire gli studi vorrebbe dire indurre le cellule cancerose a uccidere se stesse, e a rigenerare, al contrario, le cellule dei pazienti affetti da Alzheimer.