Dopo 84 contagiati “ufficiali”: di cui 25 gravi e 3 morti, a cui va ad aggiungersi un aumento del 64% dei casi in una sola settimana, l’allarme “febbre del Nilo” in Veneto si allarga a macchi d’olio, tant’è che c’è già chi inizia a parlare apertamente di “psicosi West Nile”. E’ il caso ad esempio de Il Gazzettino, secondo cui anche alla luce dell’ultimo caso di paziente ricoverato in Alto-Adige ma contagiato in Veneto, stanno iniziando a piovere le prime disdette negli hotel di Jesolo, la spiaggia più frequentata della regione. Preoccupazione per le notizie provenienti dall’Italia viene espressa in particolare dall’Austria e dalla Germania, dove le notizie della febbre del Nilo in Veneto hanno avuto parecchio risalto mediatico su riviste e siti web, convincendo molti turisti a rinunciare a vacanze prenotate da tempo. Un fenomeno, quello delle disdette, per ora ristretto, ma che né il Comune né l’Associazione jesolana albergatori hanno intenzione di trascurare. (agg. di Dario D’Angelo)



WEST NILE: PRIMO CASO IN ALTO ADIGE

Un turista veronese di 64 anni durante una rilassante vacanza in Val Badia è stato colpito dal virus West Nile, trasmesso dalle zanzare del genere Culex, segnalate anche al dipartimento di Sanità Pubblica. La sua sembrava una banale influenza con febbre, mal di testa e nausea, ma le condizioni dell’uomo si sono aggravate rapidamente tanto che è stato portato all’ospedale San Maurizio di Bolzano. Qui è stato ricoverato e prontamente inserito nel reparto di rianimazione. Solo gli esami di laboratorio hanno confermato che l’uomo era stato colpito dal virus West Nile, causato dal contatto con una zanzara. Dopo i primi trattamenti si è deciso per un trasferimento all’ospedale di Verona dove i medici mantengono una prognosi riservata. Sebbene sia il primo caso avvenuto in Alto Adige le fonti dell’ospedale affermano che l’uomo sia stato infettato in Veneto.



SINTOMI E TERAPIA

Il virus West Nile prende nome dal distretto dell’Uganda dove è stato riscontrato per la prima volta nel 1937, poi diffusosi in Africa, Asia, Europa, Australia e America. A trasportare il virus sono le zanzare – Culex – che d’estate sono sempre più presenti nella nostra penisola. Il periodo di incubazione varia tra i 2 e i 14 giorni e i sintomi possono variare, da febbre, nausea e sfoghi cutanei a quelli più gravi come disorientamento, tremori, disturbi della vista, convulsioni e coma. Per ora non esiste un vaccino per la febbre West Nile, la prevenzione è quella di ridurre l’esposizione alle punture e quindi utilizzare repellenti e posizionare zanzariere in casa. Una volta colpiti dal virus, i sintomi potrebbero scomparire in qualche giorno, ma nei casi più gravi è necessario un ricovero in ospedale dove i pazienti vengono curati e aiutati con fluidi intravenosi e respirazione assistita.

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