Sono 52 i casi e due i decessi per il contagio del West Nile, il virus che si trasmette con una puntura di zanzare Culex e che si sta diffondendo in Emilia Romagna e Veneto. Quest’anno la trasmissione del virus è cominciata prima rispetto agli anni precedenti. Il 16 giugno si è verificato il primo caso umano di infezione confermata e al primo agosto sono stati ben 52 i casi registrati. In particolare, stando a quanto riportato dal sito Epicentro dell’Istituto superiore di sanità, sono 16 i casi con manifestazioni di tipo neuroinvasivo, di cui appunto due decessi, 22 casi di febbre e 14 casi in donatori di sangue. La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona, inoltre il periodo di incubazione dal momento della puntura varia da 2 ai 14 giorni, fino ad un massimo di 21 giorni nelle persone con deficit del sistema immunitario. La maggior parte delle persone infette, la cui diagnosi viene fatta con test di laboratorio su campioni di siero, non mostra alcun sintomo. (agg. di Silvana Palazzo)



VIRUS WEST NILE, 19 CASI IN VENETO: “ATTENZIONE AI MASSIMI LIVELLI”

Dopo l’Emilia Romagna, anche il Veneto ha la sua prima vittima per il contagio del virus West Nile. Si tratta di un anziano di 79 anni, residente in provincia di Verona. È stato colpito dalla forma neuroinvasiva del virus, che si trasmette attraverso la puntura di una zanzara di genere Culex. Lo ha reso noto l’assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto. La prima vittima in Italia era stato un altro anziano di 77 anni, residente in provincia di Ferrara, che soffriva già di problemi cronici cardiorespiratori. Dall’inizio di giugno, secondo il monitoraggio regionale, sono stati registrati in Veneto in tutto 19 casi di febbre da West Nile. «Corre l’obbligo di ricordare, per non accendere timori ingiustificati, che gli esperti indicano che un evento così grave si verifica nello 0,1% dei casi di infezione», ha sottolineato Coletto, come riportato dal Messaggero. Dall’inizio dell’estate è stata attivata dalla Direzione regionale Prevenzione un’attenzione particolare alla sorveglianza e al controllo delle malattie trasmesse da vettori, attivando soprattutto le Aziende Ulss. «Le misure di controllo del vettore sono al massimo – ha precisato Coletto – e al verificarsi di ciascun caso umano sono prontamente attivati interventi di disinfestazione supplementari, come indicato dal Piano Vettori 2018».



VIRUS WEST NILE, UN CASO ANCHE A MOGLIANO

Nelle ultime ore è spuntato un nuovo caso di contagio da virus West Nile. Un’anziana di 97 anni è stata contagiata. Il caso è stato segnalato dal Gazzettino, secondo cui la donna è stata ricoverata una decina di giorni fa all’ospedale trevigiano del Ca’ Foncello per una febbre persistente. Dopo aver superato la fase acuta legata all’infezione, l’anziana sta recuperando. Non è stato necessario ricoverarla in Terapia intensiva, ma resta sotto osservazione visto l’età. Dopo la diagnosi però il dipartimento di prevenzione ha fatto scattare l’allerta e ieri attorno al Gris è stata eseguita una disinfestazione. Il centro sanitario conta 135 ospiti del centro per anziani e 130 utenti del polo disabilità gestito dall’Usl. Quello di Mogliano comunque è il terzo caso di West Nile emerso nella Marca in meno di una settimana. Ma gli esperti tranquillizzano: dal 2015 l’Italia «è il Paese europeo con il maggior numero di casi West Nile segnalati all’anno. Tra il 2008 e il 2016 i contagi sono stati circa 210 in nove regioni e di cui otto più gravi».

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