Dopo lunghe ricerche decennali, gli esperti avrebbero trovato una proteina sensore capace di tradurre suoni e movimenti della testa in segnali nervosi da trasmettere al cervello. Fondamentale per la sopravvivenza e per lo sviluppo dei rapporti sociali, la proteina sensore TMC1 è presente nei mammiferi, ma anche nei pesci e negli uccelli. Comprendere a pieno le sue caratteristiche può aprire a nuove cure contro la sordità, causata proprio dall’assenza di TMC1 o da un suo funzionamento scorretto. Le ultime ricerche diffuse dagli esperti dell’Harvard Medical School di Boston spiegano che tale proteina si traduce in cellule ciliate, gà all’interno dell’orecchio. La loro membrana presenta dei pori che si aprono tutte le volte che percepiscono nuovi movimenti e suoni, garantendo il corretto funzionamento dell’udito.



LA PROTEINA TMEM16 PARENTE DI TMC1

La proteina in questione è stata confrontata con una proteina molto vicina, denominata TMEM16. I ricercatori hanno trovato diversi punti in comune tra le due proteine, avendo controllato ben 17 degli amminoacidi che costituiscono TMC1, ma soprattutto verificando se la loro sostituzione condizionasse l’udito. David Corey, neurobiologo, ha così spiegato quanto raccolto nello studio realizzato dalla Medical School di Boston: “Le cellule ciliate sono sistemi complessi che devono essere studiati mentre sono in funzione, proprio come il motore dell’auto”, ha detto. “Non è possibile capire come funziona un pistone o una candela semplicemente guardandoli: bisogna modificarne i componenti, inserirli di nuovo nel motore e poi valutare gli effetti sulla performance”.

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