Continua l’allarme legato al Virus West Nile con un nuovo caso che è stato segnalato nella provincia di Genova. Il Secolo XIX ha infatti raccontato come negli scorsi giorni una donna di 70 anni residente in alta Valpolcevera era stata ricoverata all’ospedale Galliera. La prima diagnosi era quella di encefalite virale. Sempre come riportato dal portale del quotidiano il direttore sanitario dell’ospedale, Giuliano Lo Pinto, ha sottolineato: “Il medico di malattie infettive ha avuto il sospetto che potesse trattarsi della Febbre del Nilo e ha subito prelevato un campione di liquor inviandolo all’Istituto superiore di Sanità. Il referto ufficiale ancora non lo abbiamo ricevuto, ma nel frattempo, la paziente è ritoranta a casa e guarita”. Rimangono ancora molti dubbi su quanto sia accaduto con le autorità sanitarie che hanno immediatamente aperto i protocolli legati proprio al virus in questione. (agg. di Matteo Fantozzi)



SONO 11 I MORTI

Sono 11 purtroppo i morti da Febbre del Nilo in Italia, con l’allarme che ora è diventato decisamente importante. Purtroppo i numeri sono impietosi e c’è grandissima preoccupazione visto che le disinfestazioni continue sembrano davvero non funzionare. La donna di 77 anni morta nel mantovano è l’ennesima vittima del Virus West Nile e ora è obbligatorio rivedere anche le contromisure fino a questo momento adottate. La speranza è quella di vedere con il cambiamento di tempo per l’imminente arrivo di settembre nche un cambio di rotta sotto questo punto di vista. Nonostante questo è obbligatorio tornare ad agire con pesanti disinfestazioni che vadano a bonificare soprattutto le zone più colpite durante questa lunga e calda estate 2018. I Comuni sono già al lavoro per non farsi trovare impreparati nel caso dovessero arrivare attacchi. (agg. di Matteo Fantozzi)



ATTACCO ALLA REGIONE EMILIA

In merito al caso del Virus West Nile arriva un attacco diretto alla Regione Emilia Romagna. Come riportato da Il Resto del Carlino parla il deputato di Forza Italia Galeazzo Bignami e il sindacato dei medici Cimo, che sottolineano come la stessa si sia mossa in ritardo per fronteggiare quello che era chiaro da tempo essere un problema reale. Il dirigente medico di medicina interna al Sant’Orsola sottolinea come siamo arrivati a quota 37 casi di cui ben 16 a Bologna e evidenzia come il picco precedente del 2016 si era fermato ”solo” a 21. Il 16 agosto scorso la Regione aveva chiesto a tutti i suoi Comuni degli interventi larvicidi ogni 15 giorni fino alla fine del mese di settembre. Una cosa che però secondo alcuni è stata fatta troppo tardi, dando così vita a un numero elevato di casi che potevano essere evitati con dei rischi che sono stati corsi in maniera superficiale e francamente evitabile. (agg. di Matteo Fantozzi)



UN MORTO NEL MANTOVANO

Il virus della febbre del Nilo continua a macinare vittime. L’ultima è un’anziana morta nel mantovano, che si aggiunge alle 10 già conteggiate dall’Istituto Superiore di Sanità. La donna, un’operaia in pensione di 77 anni, era stata ricoverata all’ospedale Carlo Poma del capoluogo lombardo, dove è deceduta in preda a una febbre altissima. Il ricovero risale al 14 agosto scorso; l’anziana soffriva di altre patologie. Numerosissimi i casi di West Nile registrati in tutta Europa. Il bollettino è costantemente aggiornato dal Centro Europeo per il Controllo delle Malattie (Ecdc), che ne attribuisce il proliferare al caldo-umido degli ultimi giorni. Le condizioni climatiche favoriscono la riproduzione e la diffusione delle zanzare, le stesse portatrici del virus a causa dell’epidemia. Il confronto col 2017 fa emergere un netto aumento di casi: l’anno scorso, gli infetti erano stati solo 55. Si legge nel bollettino 2018: “103 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva di cui 10 deceduti (3 in Veneto, 7 in Emilia-Romagna), 112 casi come febbre confermata e 40 casi identificati in donatore di sangue”. [agg. di Rossella Pastore]

NESSUN MIGLIORAMENTO

Sempre gravi le condizioni dei due anziani colpiti dalla febbre del Nilo. Gli ultimi aggiornamenti non rivelano miglioramenti per l’ottantenne di Tramatza ricoverato a Sassari e per il settantaduenne di Terralba ricoverato a Oristano. Entrambi restano in prognosi riservata, le analisi effettuate al policlinico di Monserrato confermano la gravità della situazione. Intanto mercoledì prossimo a Cagliari si riunirà l’unità di crisi regionale sulla West Nile Disease per fare il punto della situazione e per studiare eventuali contromosse. Al centro del tavolo anche il tema prevenzione, col direttore generale e il responsabile del servizio prevenzione a coordinare l’incontro. (Aggiornamento Jacopo D’Antuono)

GALLERA IN AZIONE

In merito al virus West Nile si è pronunciato anche l’assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera. Questi ha sottolineato come riportato da Repubblica nella sua versione online: “La Regione Lombardia ha messo in campo tutte le procedure previste per la sorveglianza e la prevenzione della diffusione della febbre del Nilo, malattia infettiva che viene trasmessa all’uomo e agli animali da una puntura di zanzare infettate in precedenza del genere Culex”. Sicuramente l’allarme è alto e le disinfestazioni sono diventate d’obbligo, ma quest’estate ha preoccupato molto per il virus West Nile anche se il responsabile della sanità della regione ha sottolineato come i numeri siano in linea con quegli degli ultimi anni, di fatto abolendo quelle che erano state voci davvero molto preoccupanti per il nosrto paese. (agg. di Matteo Fantozzi)

PIANURA PADANA SOTTO ATTACCO

Dopo gli ultimi casi di infezione, l’opinione pubblica comincia a preoccuparsi per la Febbre del Nilo, un virus che nel 2017 ha fatto registrare ben cinquantacinque casi ed un morto. Dati che in questo 2018 sembrerebbero notevolmente peggiorati, come spiega il bollettino: “103 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva di cui 10 deceduti (3 in Veneto, 7 in Emilia-Romagna), 112 casi come febbre confermata e 40 casi identificati in donatore di sangue”. Il virus viene trasmesso attraverso una specie di zanzara, che attualmente sarebbe stata riscontrata maggiormente in tutta l’area della pianura Padana. Tra le regioni più colpite c’è il Veneto, che nelle ultime ore ha già annunciato attraversi l’assessore alla Sanità Luca Coletto  di voler correre ai ripari. (Aggiornamento Jacopo D’Antuono)

TANTI CASI IN ITALIA

Continua e non tende a fermarsi l’allarme per il virus West Nile in Italia. Si parla di un record di casi per la Febbre del Nilo dal 2012 ad oggi. Sono addirittura 255 casi quelli individuati nel nostro paese e a rivelarlo è l’ultimo bollettino di sorveglianza che arriva dall’Istituto superiore di sanità. Questo ha registrato un record di casi tra luglio e agosto, non accadeva una cosa del genere da ben sei anni. Dei 255 casi abbiamo visto 103 pazienti che hanno manifestato sintomi neuro-invasivi con purtroppo anche 10 morti. Uno dei problemi evidenziati da Quotidiano.net che tra i contaggiati ci sarebbero stati anche 40 donatori di sangue, con un potenziale pericolo difficile da quantificare. Sono numeri dunque che vanno a riflettere su un’estate come questa che come non accadeva da diversi anni ha portato dei problemi assai difficili da controllare. (agg. di Matteo Fantozzi)

PROBLEMI IN LOMBARDIA E SARDEGNA

Non si placa l’infezione da Febbre del Nilo, detta anche Virus West Nile, in Italia. Da nord a sud sono segnalati diversi casi, a cominciare dai quattro di Legnago, nel veronese, che hanno fatto correre ai ripari lo stesso comune, come potete leggere più in basso. La malattia è trasmessa attraverso una specie particolare di zanzara, insetto che sta invadendo la nostra penisola provocando non pochi fastidi, e nei casi più gravi, facendo ammalare le persone di West Nile. Pazienti verificatisi anche in Lombardia e in Sardegna. Nel prima caso, un uomo di 55 anni di Rho e un anziano di 74 anni di Pregnana Milanese sono stati infettati, anche se il numero di casi è in perfetta linea con quello degli altri anni. Due pazienti anche in Sardegna, precisamente in provincia di Oristano, entrambi anziani. La regione più colpita è senza dubbio il Veneto, dove oltre ai quattro casi di Legnago, si sono registrati ben 5 decessi fra Padova, Verona e Treviso. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

QUATTRO CASI A LEGNAGO

Un nuovo caso di febbre del Nilo occidentale, conosciuta anche come virus West Nile Disease, si è registrato presso il comune di Legnago, cittadina in provincia di Verona (Veneto). La notizia è stata diramata dalla stessa amministrazione locale, citando la segnalazione da parte dell’Azienda ULSS 9, che riferisce di quattro pazienti tutti residenti a Legnago e concentrati in particolare in Via Savinaro, in via Stoppani, in via Slavacchio e in via Petrarca. L’ultimo infetto sarebbe una giovane donna, che ha presentato i classici sintomi della Febbre del Nilo, quindi mal di testa e febbre molto alta.

PREVISTE NUOVE DISINFESTAZIONI

La donna non è comunque in pericolo di vita, visto che il virus è stato contratto in forma lieve e non aggressiva. Per evitare il diffondersi ulteriore del West Nile, il comune veronese ha programmato un nuovo intervento di disinfestazione nelle aree dove si sono registrati gli ultimi contagi. Nel dettaglio, in via Stoppani, via Slavacchio e via Petrarca, la disinfestazione avverrà dalle ore 22:00 di questa sera fino alle ore 03:00 di sabato 25 agosto (un intervento adulticida a cannone aperto nel raggio di 200 metri). Previsto inoltre un trattamento larvicida presso la caserma Donato Briscese, nonché in tutti i tombini a grate (detti anche caditoie), del territorio comunale, nella giornata di mercoledì 29 agosto.