Non si arresta in tutto il mondo il dibattito sul glifosato, uno degli erbicidi più usati in agricoltura. Negli ultimi tempi però sue tracce sono state trovate anche in altri prodotti che nulla hanno a che fare con l’agricoltura. Questo è il caso dei pannolini per bambini, di cui vi abbiamo parlato nei giorni scorsi. La vicenda è emersa in Francia dopo la pubblicazione di uno studio. Ed è lì che in questo momento si discute più che in altri Paesi della possibilità di mettere al bando il glifosato. «Propongo di unire le nostre voci e le nostre forze per convincere il governo a sospendere l’autorizzazione dei prodotti che contengono glifosato per proteggere le donne incinte, i neonati e 68 milioni di consumatori francesi», ha dichiarato il socialista Olivier Faure, segretario del PS. In Brasile, invece, un giudice federale ha ordinato la sospensione dell’utilizzo di prodotti contenenti glifosato fino a quando il governo non avrà valutato nuovamente la tossicologia della sostanza chimica.



GLIFOSATO, MONSANTO NELL’OCCHIO DEL CICLONE

I sospetti sulla pericolosità del glifosato sono emersi intorno al 2015, quando la sostanza chimica è stata classificata  dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, dell’Organizzazione mondiale della sanità, come «probabile cancerogeno per l’uomo». Recentemente invece è finita nell’occhio del ciclone la Monsanto, che sta affrontando circa ottomila causa per i possibili effetti cancerogeni del glifosato già prima della condanna a pagare un risarcimento milionario ricevuta dalla compagnia da parte di un tribunale lo scorso 10 agosto. Le cause legali affermano che la società ha soppresso le prove scientifiche relative ai rischi per la salute dei suoi diserbanti. Le azioni della multinazionale, che è stata condannata a risarcire un giardiniere con 289 milioni di dollari per aver contratto il cancro dopo l’uso di erbicidi contenenti glifosato, hanno perso oltre il 10% dopo la sentenza. Ma la battaglia degli ambientalisti è appena cominciata…

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