Il rischio è che il West Nile da allarme per la salute si trasformi in psicosi. Gli esperti non nascondo più quella che sta diventando un’emergenza sanitaria su tutto il territorio nazionale, con decine e decine di casi in tutta Italia che ha volte registrano anche esiti infausti. Tutta colpa della puntura di una particolare zanzara, appartenente alla specie Culex che, se infetta, è in grado inoculare il virus della famiglia dei flavivirus, chiamato West Nile (in italiano “virus del Nilo Occidentale”, noto anche con la sigla WNV) isolato per la prima volta in Uganda nel 1937. L’allerta maggiore si registra in Veneto, dove il bollettino della Regione parla in tutto di 132 casi registrati, di cui 41 sfociati nella forma neuroinvasiva, con 6 decessi. Di questi, 19 contagi si contano soltanto a Venezia, con 11 forme febbrili e 8 neuroinvasive. L’assessore alla Sanità, Luca Coletto, ha comunque cercato di ridimensionare la portata del problema, come riporta Venezia Today:”Il monitoraggio continuo dei nostri esperti conferma che siamo di fronte a una situazione impegnativa ma che non deve destare allarme con un virus che risulta asintomatico nell’80% dei casi, e solo in meno dell’1% capace di evolvere nella forma neuroinvasiva. I tecnici della Direzione Prevenzione sono al lavoro per definire i particolari del Piano di Disinfestazione Straordinaria, sia adulticida che larvicida, che abbiamo deciso di far scattare, finanziandolo con fondi regionali che si aggireranno tra 400 e 500 mila euro. Siamo a buon punto, e contiamo di averlo a giorni, come previsto, per passare subito all’attuazione”.
PREGLIASCO, “CHI RISCHIA DI PIU'”
Com’è naturale in presenza di una malattia che rischia di assumere i connotati di un’epidemia, anche per il virus West Nile è facile che si diffonda il panico, soprattutto tra i genitori che temono per la salute dei propri figli. Il portale BimbiSaniBelli, ha contattato l’infettivologo e virologo presso l’università di Milano, Fabrizio Pregliasco, per rispondere alle domande più impellenti. La prima? Ovviamente chi è maggiormente a rischio:”Nei bambini di solito la febbre è bassa, mentre tende a essere elevata e accompagnata da disturbi più significativi, tra cui mal di testa e indolenzimento muscolare, nei giovani adulti. A manifestare i sintomi più marcati sono invece gli anziani e le persone con il sistema immunitario indebolito. In questa casi particolari possono comparire tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, disorientamento, ovvero sintomi neurologici importanti, e diventa alto il rischio che si sviluppi la più temibile complicazione della malattia: l’encefalite, ovvero l’infiammazione del cervello che nei casi peggiori può avere conseguenze irreparabili. L’eventualità è comunque statisticamente bassa: circa 1 caso su mille“.