Il San Gerardo di Monza, insieme ai ricercatori della Bicocca e di Cambridge, ha messo a punto una nuova cura per quanto riguarda la colangite biliare primitiva. Punto di riferimento della ricerca è stato il centro per le malattie autoimmuni del fegato proprio del San Gerardo. Tra i fattori considerati fondamentali per la cura ci sono l’età del paziente, alcuni parametri specifici del sangue e la tempestività nel riconoscere la patologia. Risulta infatti in questo caso quanto mai indispensabile l’intervallo di tempo che intercorre tra la diagnosi e quello che è l’inizio del trattamento. Rimane molto interessante andare ad analizzare quelli che sono gli indicatori che ci portano a scoprire la CBP anche per indirizzare i pazienti verso la terapia più consona. Lo studio ha visto coinvolti oltre tremila pazienti e anche centinaia di ospedali tra l’Italia e la Gran Bretagna. Si tratta di tutte persone ovviamente già colpite in precedenza dalla CBP.



Che cos’è?

La colangite biliare primitiva, nota anche solo come CBP o cirrosi biliare primitiva, è una malattia cronica. Questa va a colpire in maniera decisamente aggressiva i dotti biliari di piccolo e medio calibro. Il ristagno cronico di bile dovuto alla patologia può portare alla fibrosi o peggio ancora alla cirrosi epatica. Una patologia che colpisce prevalentemente le donne con un rapporto statistico con gli uomini di nove a uno. La fascia d’età più attaccata è quella tra i 40 e i 60 anni e inoltre sappiamo come il nord-Europa sia la zona più colpita. In Italia si calcola come ogni centomila abitanti siano colpiti venti/trenta individui. Numeri che non devono sicuramente lasciare tranquilli perché potrebbero crescere se non si studiassero delle soluzioni.

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