Purtroppo neanche durante la Giornata Mondiale Alzheimer arrivano notizie confortanti su questa patologia. Basti pensare che purtroppo esce fuori un nuovo caso ogni tre secondi e la malattia è in crescita esponenziale, senza possibilità di trovare la parola fine. Il Rapporto intitolato “Lo Stato dell’arte della ricerca sulla demenza” diffuso dall’Alzheimer’s Disease International (ADI) ci sottolinea come la situazione attuale deriva dalla mancanza di rilevanti progressi negli ultimi venti anni. Ci sono ostacoli che impediscono al momento di trovare quelle che potrebbero essere delle soluzioni adeguate a rivelarlo è il CEO di ADI Paola Barbarino. La richiesta più logica sembra essere quella di investimenti nella ricerca per cercare di fronteggiare un problema che vede solo in Italia ben 600mila pazienti. La strada della soluzione è ancora lontana, ma si sta lavorando per ricorrere ai ripari. (agg. di Matteo Fantozzi)



ENTRO IL 2030 IL NUMERO SI TRIPLICHERÀ

Ricorre oggi 21 settembre la Giornata Mondiale Alzheimer, la malattia che da decenni tormenta la scienza, a caccia di risposte su quella che potrebbe essere una possibile cura. La malattia che colpisce 44 milioni di persone nel mondo, al momento è priva di una risposta terapeutica definitiva. Solo in Italia sono circa un milione i casi registrati ogni anno. Proprio per il nostro Paese, le demenze rappresentano un grande problema medico-sociale: “Ciò vale in particolar modo per l’Alzheimer, senza dubbio la forma di demenza più prepotente e violenta, sia sotto il profilo epidemiologico, sia per l’impatto sulla qualità di vita dei pazienti e dei loro familiari”, ha confermato Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva. La patologia, a detta dell’esperto, interessa circa il 5% degli over 65 ma secondo le previsioni dell’Istat, nel 2030 la percentuale potrebbe triplicarsi con un incidenza della malattia su oltre 2 milioni di pazienti, soprattutto donne. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



SPERANZA PER LA CURA DALLA DOPAMINA

Ogni tre secondi una persona nel mondo sviluppa una forma di demenza: basta forse questo dato impressionante a descrivere meglio di ogni altra statistica il dramma rappresentato dal morbo di Alzheimer per 50 milioni di malati e per le loro famiglie. E se è vero che ancora nonostante i grandi investimenti nella ricerca non si è riusciti a scovare un farmaco in grado di arrestare la neuro-degenerazione lo è altrettanto che gli studiosi ogni giorno aggiungono un tassello al mosaico di comprensione della malattia. Come riportato da La Repubblica, l’ultima speranza arriva dalla dopamina, il neurotrasmettitore da sempre al centro dei trattamenti farmacologici di pazienti affetti da Parkinson e che, secondo uno studio condotto dai ricercatori della Fondazione Santa Lucia IRCCS in collaborazione con l’Università Campus Bio-Medico di Roma, potrebbe contrastare i deficit cognitivi e di comportamento provocati dall’Alzheimer. Perché bisogna essere ottimisti lo ha spiegato la ricercatrice Laura Serra:”Abbiamo osservato struttura, dimensioni e funzioni del cervello di 170 pazienti attraverso immagini ad alta risoluzione ottenute con risonanza magnetica funzionale e strutturale a tre tesla e abbiamo constatato che la progressiva degenerazione di alcuni circuiti dopaminergici concentrati soprattutto nella parte centrale e profonda del cervello è direttamente collegata con i deficit di comportamento che manifestano questi pazienti”. (agg di Dario D’Angelo)



GIORNATA MONDIALE ALZHEIMER

Si celebra domani, 21 settembre 2018, la Giornata Mondiale dell’Alzheimer, giunta alla 25esima edizione dopo essere stata istituita nel 1994 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’Alzheimer Disease International (ADI), un’organizzazione senza scopo di lucro nata 34 anni fa. Come ogni anno in questa data si svolgeranno in tutto il mondo meeting e congressi per fare il punto sulla malattia che cancella la memoria, e non solo, provocando disagi non solo ai malati ma anche ai cosiddetti “caregivers”, i familiari che si fanno carico della patologia occupandosi del paziente in tutto e per tutto. Com’è noto per questa malattia non esiste ancora una cura in grado di donare sollievo ai malati e alle loro famiglie: le aziende farmaceutiche non sono ancora riuscite a produrre un farmaco capace di arrestare o addirittura far regredire il declino cognitivo. 

I NUMERI DELLA MALATTIA

I numeri relativi al morbo di Alzheimer sono a dir poco impressionanti: si tratta della forma di demenza più diffusa sul Pianeta e si conta che in tutto il mondo siano circa 50 milioni le persone alle prese con questa patologia altamente invalidante. Cifre che secondo le stime, con il progressivo invecchiamento della popolazione, nel 2050 potrebbero addirittura triplicare. In Italia i malati di Alzheimer sono 600mila e la Giornata Mondiale in programma domani ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica su una malattia veramente terribile. Per quanto la ricerca in questi anni abbia investito tanto sull’Alzheimer non sono ancora chiare le dinamiche che lo causano. Per il momento l’unico obiettivo a portata di mano è quello che permette una diagnosi precoce del morbo, risultato che comunque può garantire alle famiglie una maggiore capacità di gestire la malattia. Per la cura si dovrà ancora attendere: sarebbe già un passo avanti riuscire ad individuare una volta per tutte, e senza più dubbi, le cause.