Percentuale di infezioni, dalla clamidia all’Aids, molto alte in Italia per lo scarso uso del preservativo ne rapporti sessuali dei più giovani. Per questo il Movimento 5 stelle sta per presentare una proposta di legge sul sesso sicuro: “Disposizioni in materia di riduzione dell’aliquota Iva sui profilattici maschili e femminili”, attualmente in discussione sulla piattaforma Rousseau. Si tratterebbe di vendere i preservativi con Iva agevolata al 10% rispetto all’attuale 22% per rendere il condom meno costoso per i ragazzi. Il costo dell’operazione dovrebbe toccare i 50 milioni all’anno a partire dal 2019. I giovani nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni sono quelli più esposti a patologie con candida vaginale, clamidi, herpes genitale, Hiv e Aids e altre ancora, ad esempio la sifilide (Agg. Paolo Vites)
I GIOVANI E IL PRESERVATIVO
In occasione della terza giornata sulla salute riproduttiva il Ministero della Salute ha condotto un indagine. Questa ha svelato come in media la prima volta tra i giovani avviene attorno ai sedici anni, ma anche come di sesso questi non ne parlano a casa. C’è però anche un tema molto positivo e cioè il fatto che aumenta, anche grazie a varie campagne di sensibilizzazione, l’utilizzo dei preservativi. Rispetto a quanto studiato nel 2010 dall’ISS rimane comunque stabile la percentuale di chi non utilizza nessun metodo contraccettivo e cioè il 10%. Aumenta l’uso del preservativo al 77%, ma purtroppo anche il metodo del coito interrotto al 26%. Solo il 10% dei ragazzi decide di affrontare argomenti legati alla sessualità in maniera approfondita con i genitori che in realtà sarebbero un riferimento molto importante anche per capire con maggiore precisioni alcune dinamiche.
LA SCUOLA COME PUNTO DI RIFERIMENTO
L’indagine ci sottolinea come i ragazzi si aspettino, il 94% almeno, la scuola come punto di riferimento in grado di garantire l’informazione su sessualità e riproduzione. Inoltre i ragazzi chiedono l’ausilio di personale specializzato (62%) mentre solo la minoranza vorrebbe informazioni dai professori (22%). Crescono anche i numeri dei ragazzi che pensano di avere un figlio in futuro, sono infatti solo il 7% quelli che negano del tutto questa possibilità. Rimangono alti però i numeri di chi pensa che ritarderà di molto la nascita di un figlio per situazioni legate soprattutto a fattori economici e lavorativi. Sicuramente però l’indagine fornisce dati utili anche per quanto riguarda la sensibilizzazione in campo sessuale.