Il cancro al polmone in Italia ha visto purtroppo nel 2017 ben 41mila nuovi casi. Un problema a cui dunque servirà fare fronte con grandissima attenzione. Sono ben settemila gli esperti che erano presenti al Congresso Mondiale sul cancro al polmone che si è svolto a Toronto e dove si sono analizzati nuovi studi contro quello che viene definito “big-killer“. Il congresso è servito da banco di prova per vedersi confrontare numerosi specialisti su terapie innovative e capire come sviluppare metodi di diagnosi più efficaci. L’appuntamento è stato promosso dall’Associazione internazionale per lo studio del tumore al polmone e ha visto presente il direttore dell’Oncologia Medica all’Università di Torino Giorgio Scagliotti. Questi è il primo italiano a svolgere il ruolo di presidente dell’Associazione in questione. Sicuramente si tratta di un lavoro promosso con intelligenza e grande voglia di fare per cercare di rendere il tumore al polmone solo un lontano ricordo.



PARLA GIORGIO SCAGLIOTTI

Giorgio Scagliotti, direttore dell’Oncologia medica dell’Università di Torino, ha spiegato, come riportato da Ansa, che: “La sfida principale da vincere è quella di arrivare a controllare il tumore al polmone. Ad oggi però tutto ciò è molto difficile visto che solo l’1-15.% dei pazienti è diagnosticato in una fase che si può considerare molto precoce della malattia”. I numeri anche sono impietosi basti pensare che la sopravvivenza a cinque anni fra i malati di questa patologia è del 14.3% che è più elevata rispetto alla media europea al 13% e del nord Europa dove è al 12.2%. Rimane comunque ad oggi una delle neoplasie con la prognosi più sfavorevole.

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