Il team di Ruggero ha scoperto come sconfiggere l’invisibilità dei tumori. Si sta dunque piano piano avverando quando ha spiegato poco fa il Premio Nobel per la medicina che sottolineava come entro il 2050 il cancro sarebbe stato sconfitto grazie all’immunoterapia. Siamo su due piani ovviamente diversi, ma ci avviciniamo allo stesso concetto perché l’obiettivo di togliere il mantello di invisibilità del cancro porterà proprio le difese immunitarie ad agire sulle cellule malate. Tasuku Honko e James P. Allison avevano tracciato la strada verso una soluzione al momento difficile da cogliere. Una scommessa che ci porta verso il futuro e che potrebbe anticipare di non poco quel 2050 dato come data fissa verso la sconfitta di un male davvero impossibile da combattere fino a questo momento. Sarà importante però valutare tutti questi studi con nuovi approfondimenti e la possibilità di arrivare a delle risposte. (agg. di Matteo Fantozzi)



“Inibitori del checkpoint”

I tumori non saranno più invisibili, la scienza ha finalmente distrutto il “mantello” aprendo una nuova via nelle soluzioni per questa terribile patologia. Il cancro infatti crea un abile travestimento molecolare per sfuggire alla ricerca del sistema immunitario, rendendo impossibile l’aggressione nelle prime fasi di sviluppo. Ora sarà possibile riconoscere queste cellule danneggiate per poter intervenire in tempo. È già in fase di sperimentazione sull’uomo il composto che sarebbe in grado di bloccare proprio questo “mantello”. I ricercatori dell’Università della California a San Francisco hanno messo in piedi uno studio importante in grado di trovare finalmente il tallone d’Achille del cancro. La classe di nuovi farmaci abili a questa soluzione sono chiamati “inibitori del checkpoint”, blocca l’attività di queste proteine che sono in grado di rendere i tumori invisibili. A guidare la ricerca è stato l’italiano Davide Ruggero. (agg. di Matteo Fantozzi)



Soluzioni dalla California anche per le forme più aggressive

Uno studio dell’Università della California dimostra come per i tumori sia stato neutralizzato il mantello dell’invisibilità. Soluzioni arrivano anche per i casi da considerare più gravi. Gli esperimenti sono arrivati sui topi e hanno mostrato un composto in grado di rendere ben prima visibile il cancro e quindi anticipando le possibilità di andarlo ad attaccarlo con efficacia. A guidare il gruppo c’era Davide Ruggero che ha specificato, come riportato da Repubblica, alcuni particolari interessanti: “Abbiamo capito come le cellule dei tumori producano specifiche proteine importanti per la loro crescita. Una di queste è la proteina PD-L1 che rende le cellule cancerogene invisibili dall’attacco del sistema immunitario“. Sicuramente questo studio propone un nuovo modo di approcciarsi nei confronti del cancro e dunque della cura che può portare a distruggere una delle malattie che purtroppo continua a mietere panico e grande dolore. (agg. di Matteo Fantozzi)



Eventi traumatici associati alle malattie oncologiche

Arrivano delle novità sul cancro e i fattori che possono aumentare il rischio di contrarlo. Uno studio italiano, pubblicato sul Journal of Neuroscience Research, sottolinea come il disturbo post-traumatico vissuto dopo un evento particolarmente pesante, come un attacco terroristico, si possa associare allo sviluppo di alcune malattie oncologiche e non solo. Si parla infatti anche di malattie cardiovascolari e sindrome metabolica, che rientrano tra le principali comorbilità scatenante da un PTSD un disturbo post-traumatico. Sono state prese in evidenza ottantaquattro persone alle quali è appunto stato diagnosticato il PTSD. Il campione di queste persone è stato a sua volta diviso in base all’evento traumatico vissuto. Trentanove di queste erano state vittime di combattimenti bellici, attacchi terroristici, torture e rapimenti. Invece i restanti 45 erano vittime di incidenti stradali, di caccia o persone con un forte trauma per la morte di una persona cara.

Cancro, fattori che possono aumentare il rischio: i risultati dello studio

Andiamo a vedere quali sono i risultati dello studio sul cancro che ha dimostrato come possano aumentare i fattori di rischio in seguito ad eventi traumatici. Andrea Fagiolini, tra i ricercatori autori dello studio, ha sottolineato come riportato da Repubblica: “Sebbene questi studi siano ancora agli albori, i risultati suggeriscono la possibilità che alcuni traumi possano alterare alcuni sistemi dell’organismo umano in modo ancora più pervasivo di altri tipi di trauma con conseguente maggiore possibilità di sviluppare malattie correlate“. Di certo questa ricerca potrà dare più chance di cura alle persone soggette ad eventi di questo genere, obbligandole a delle visite mediche per evitare lo sviluppo della malattia prima della diagnosi. La scienza fa ulteriori passi in avanti grazie a una ricerca che si propone di capire per una volta la causa di una malattia e non solo di curarne gli effetti.