La storia del ragazzo morto di meningite a Roma ha portato le aule dell’Amerigo Vespucci ad essere semi-vuote. Questo perché quanto accaduto a Federico ha portato delle conseguenze tra dispiacere, desolazione e psicosi è impossibile andare avanti. L’Istituto statale al Tiburtino è senza parole per quanto accaduto a un ragazzo davvero troppo giovane per lasciare in questo modo la sua vita. Diversi genitori hanno deciso di tenere i loro figli a casa e alcuni di questi sono stati messi sotto profilassi antibiotica perché a troppo stretto contatto con lo stesso Federico. Non c’è allarme da parte della Asl, ma sicuramente c’è preoccupazione mista a dispiacere ad agirarsi per le aule della scuola. Già ieri la situazione era complicata, ancor più lo è stato oggi giorno dei funerali del 15enne nella chiesa di San Frumenzio ai Prati Fiscali. I pochi ragazzi in aula hanno deciso di realizzare dei cartelloni che hanno accompagnato il feretro.



Morto di meningite a Roma, aule del Vespucci semi-vuote: l’importanza del vaccino

Sicuramente dalla morte di Federico è arrivato un messaggio importante, la meningite deve essere affrontata con le vaccinazioni. L’ha fatto capire la mamma del ragazzo studente dell’Amerigo Vespucci di Roma, spiegando che la morte del figlio non deve assolutamente rimanere vana. Federico infatti non era vaccinato e per questo ha contratto la meningite che l’ha portato a perdere la vita. Intanto la Preside dell’Istituto alberghiero, Maria Teresa Corea, ha parlato: “Pochi studenti sono venuti a scuola, però i compagni di classe di Federico c’erano tutti. Con loro e i pochi altri presenti ci siamo riuniti in cortile per un minuto di silenzio. Poi ognuno è tornato nella sua classe“. Sicuramente il ricordo di Federico albergherà ancora a lungo nei cuori degli studenti della scuola romana, ma sono molte sui social network le testimonianze di persone solidali con la famiglia da ogni parte del nostro paese.

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