Allarme parvovirosi a Genova, dove molti padroni di cani temono per la salute dei loro amici a quattro zampe. Un virus sta infatti uccidendo diversi cani in poche ore e il timore di un contagio è tanto elevato quanto giustificato. Ma cos’è di preciso la parvovirosi? Per definizione parliamo di una “malattia infettiva di origine virale dei canidi, conosciuta anche come gastroenterite trasmissibile”. Come si può leggere su Wikipedia, “il virus responsabile è classificato come Parvovirus Canino Tipo 2 (CPV 2), per distinguerlo da un altro Parvovirus (CPV 1) riscontrato nelle feci del cane, senza significato patologico. Identificato nei primi anni ’70, si pensa che sia derivato da una mutazione del virus della Panleucopenia felina. È un virus molto resistente nell’ambiente ed all’azione di detergenti e disinfettanti”. Per quanto il virus sia specifico del cane, anche i gatti possono infettarsi occasionalmente. A preoccupare è anche il fatto che il virus si sia evoluto diventando più aggressivo: questo è dovuto al fatto, scrive Wikipedia, “vi sono state cornacchie che si sono cibate di carcasse appartenenti ad animali deceduti per parvovirus” e dunque “quest’ultimo si è evoluto nello stomaco delle cornacchie”. (agg. di Dario D’Angelo)



ALLARME A GENOVA

Sono sei i cani morti a Genova che hanno lanciato l’allarme parvovirosi. Subito questo ha fatto pensare agli abitanti della città ligure come poter proteggere i propri amici a quattro zampe. Questa è una malattia infettiva di origine virale conosciuta anche più comunemente come gastroenterite. Il virus si può trovare negli escrementi, nelle urine e nel vomito degli animali infettati. Purtroppo spesso il contagio arriva tramite attrezzature come per esempio gabbie e ciotole per il mangiare. Il terreno anche è un suo vettore, visto che il virus rimane infettivo molto a lungo. I cani più a rischio sono i cuccioli con meno di sei mesi che possono prendere il virus via orale o nasale. Purtroppo questo è resistente anche ad agenti chimici come i disinfettanti quindi chi ha avuto un cane malato di parvovirosi si rischia di veder contagiati tutti gli altri animali pronti a entrare nella casa dove questo ha vissuto. Si parla addirittura di una resistenza di ben 5-6 mesi. (agg. di Matteo Fantozzi)



COSA ACCADE?

I proprietari di cani a Genova vivono ore di grande apprensione per l’epidemia che ha portato alla morte di una decina di animali dalla fine dell’anno. Come riportato da Il Secolo XIX, responsabile dei decessi è la parvovirosi, una sorta di gastroenterite virale che se non presa per tempo e curata dal veterinario non lascia scampo ai poveri cani. Oltre alla decina di vittime di cui parlavamo, altrettanti in questo momento sarebbero ricoverati nelle cliniche veterinarie genovesi in  isolamento e in gravi condizioni. Il problema per molti proprietari di cani è rappresentato dagli alti costi che le cure richiedono, al punto che molti si trovano a malincuore a rinunciare alle cure per il proprio “fido” condannandolo di fatto ad una morte certa. La priorità resta adesso quella di individuare e arginare il virus che sta mietendo tante vittime tra gli animali: impossibile fermarlo tramite vaccino dal momento che l’agente patogeno è mutato.



VIRUS UCCIDE CANI A GENOVA: I SINTOMI

Sono i quartieri di Sampierdarena e Dinegro, quelli momentaneamente più colpiti a Genova dalla parvovirosi, ma anche in Valpolcevera gli ambulatori cominciano a riempirsi. Ma quali sono i sintomi che devono mettere in allerta i proprietari di cani? Solitamente il virus si manifesta con la comparsa di feci acquose con tracce di sangue e il vomito. Poi insorge uno stato di prostrazione e alcune volte arriva anche la febbre. La dottoressa Lia Seriacopi, dello studio veterinario associato Picasso-Seriacopi di via Canepari, a Certosa, intervistata da Il Secolo XIX, ha invitato i proprietari di cani ad essere buoni osservatori: «State attenti ai sintomi, se gioca meno del solito oppure rifiuta il cibo cominciate a stare attenti. Ma quello che deve farvi correre dal veterinario sono il vomito e la diarrea. Con una cura antibiotica tempestiva si può evitare la disidratazione che porta alla morte”.