Il caso del 26enne morto di diabete perché non aveva soldi per l’insulina riaccende la polemica a Firenze. In Toscana è morto un diabetico alla fine del 2018 e su questo è stata aperta un’inchiesta. Era infatti in carcere e gli erano stati negati per due volte gli arresti domiciliari dal Tribunale di sorveglianza di Firenze. Questo probabilmente avrebbero permesso di curare la sua patologia con maggiore puntualità. Il nuovo legale del deceduto aveva inoltrato una richiesta di remissione in libertà con proprio arresti domiciliari. Il giudice si sarebbe pronunciato successivamente il 20 gennaio, cosa che non potrà avvenire proprio per quanto accaduto pochi giorni fa. Si chiamava Massimo Tamagnini e aveva 55 anni. Era originario della Garfagnana ed è stato stroncato da un’emorragia cerebrale. Il figlio ha sottolineato dopo la morte tutta la sua rabbia per l’evidente necessità di vedere il papà fuori dal carcere per essere seguito con maggiore attenzione dai medici. Sicuramente è una situazione del tutto differente da quanto accaduto al giovane Alec, i due sono accomunati in questo caso solo dallo stesso nemico il diabete. (agg. di Matteo Fantozzi)



Il coraggio di Alec

Ciò che commuove di più della storia del 26enne morto di diabete perché non aveva i soldi per comprarsi l’insulina è il coraggio dello stesso. La madre ha raccontato in televisione infatti che era stato lo stesso Alec a decidere di razionare le dosi di insulina a disposizione, prendendone di meno pur di farla durare per un arco temporale maggiore. Sicuramente ci troviamo di fronte a una storia che crea grande preoccupazione per come vanno le cose nel mondo e ci aiuta a rivalutare il Sistema Sanitario Nazionale che non avrebbe mai permesso una cosa del genere. Alec era un ragazzo coraggioso che ha combattuto con grande voglia la sua malattia, ma che si è dovuto arrendere di fronte all’evidenza di un farmaco che per lui era vitale. Una situazione difficile da commentare che crea sgomento, ma che purtroppo in molti paesi in giro per il mondo è diventata quasi la normalità a causa dei continui aumenti dei costi e all’impossibilità di molti ad accedere a una prevenzione sanitaria in grado di coprirli. (agg. di Matteo Fantozzi)



John Q, il film poneva il problema 16 anni fa

Un 26enne è morto di diabete perché non aveva i soldi per pagarsi l’insulina. Una storia che sembra incredibile, ma che rispecchia quello che è il sistema sanitario americano. La storia era stata anticipata da un film molto interessante come John Q, interpretato da Denzel Washington e diretto da Nick Cassavetes nel 2002. La pellicola parlava di un uomo pronto a far di tutto per far operare suo figlio, malato di cuore ma non coperto dall’assicurazione. Le non eccelse condizioni economiche avevano impedito l’uomo a fronteggiare una copertura sanitaria, rendendo impossibili le cure di suo figlio. L’uomo arriverà addirittura a sequestrare armato il pronto soccorso dell’ospedale dove è ricoverato il figlioletto in condizioni precarie provando a obbligare l’equipe medica ad espiantare il suo cuore per donarlo allo stesso. Una storia commovente che sedici anni fa ci mostrava un aspetto molto delicato del mondo occidentale. (agg. di Matteo Fantozzi)



La mamma: “Nessuno può perdere la vita così”

La mamma di Alec Smith-Holt ha parlato della morte del 26enne per diabete, questi non aveva i soldi per comprarsi l’insulina. La donna ha specificato: “Nessuno in America, come nel resto del mondo, deve perdere la vita in questo modo, perché non riesce a sostenere i costi di un farmaco essenziale per sopravvivere“. Sono parole che fanno male e forse difficili da comprendere per chi vive in Italia, ma purtroppo negli Stati Uniti e non solo sono moltissimi quelli che devono pagare un’assicurazione per poter avere assistenza medica e sono costretti a spese devastanti per i medicinali nel caso non avessero questa. La morte del 26enne ci lascia sicuramente senza parole oltre a creare un certo disagio soprattutto in chi si rende conto di essere nato nella parte giusta del mondo per potersi curare in maniera totalmente gratuita. Sono giustissime le parole della mamma di Alec che ha voluto lanciare un messaggio per tutti quelli come suo figlio che hanno perso la vita e per quelli che potrebbero perderla. (agg. di Matteo Fantozzi)

L’assistenza sanitaria in America

Un ragazzo di 26 anni è morto di diabete, perché non aveva i soldi per comprare l’insulina. È la storia di Alec Smith-Holt, un ragazzo americano malato da tempo di diabete di tipo 1 e decesso proprio perché non riusciva più a coprire i soldi della spesa medica. Ricordiamo infatti che negli Stati Uniti la polizza sanitaria dei genitori copre i figli fino a proprio al ventiseiesimo anno per poi diventare elemento autonomo da assicurare. Per chi non è benestante le cure possono essere devastanti, anche quelle base che per esempio nel nostro paese sono coperte dallo Stato. Alec aveva iniziato a ridurre le dosi di insulina, nonostante ne avesse bisogno, per farsi durare di più le confezioni visto che nel frattempo il costo era rincarato triplicando dal 2002 al 2013. Dal 2012 al 2016 il prezzo era aumentato ancora e per far capire la proporzione basti pensare che un diabetico in America può arrivare a spendere 1300 dollari al mese solo per l’insulina, l’equivalente di 1140,80 euro.

26enne muore di diabete, non aveva i soldi per l’insulina: la mamma piange in televisione

La madre del ragazzo di 26 anni morto di diabete perché non poteva comprarsi l’insulina ha parlato anche in televisione. Nicole Smith-Holt è stata ospite dell’emittente statunitense CBS dove ha spiegato: “Mio figlio è morto perché non riusciva a permettersi l’insulina”. Prima di morire il ragazzo era caduto in coma diabetico. Non è una novità purtroppo questa tragica storia, visto che già in passato più volte si è parlato di problemi di questo genere. Addirittura alcuni stati americani, tra cui il Minnesota, hanno deciso di fare causa alle aziende più importanti aziende farmaceutiche, tre, che producono insulina. Il senatore del Vermont, Bernie Sanders, ha chiesto inoltre di aprire un’indagine federale. Storie tragiche come quelle di Alec Smith-Holt ci portano a rivalutare il sistema sanitario italiano dove molte delle cure per i malati cronici sono passate direttamente dallo Stato con medicinali gratuiti e anche possibilità di esami specialistici senza dover ricorrere a esborsi economici.