Uno studio dell’Accademia francese ha gettato ombre sugli integratori alimentari naturali, lanciando un vero e proprio allarme. Sono stati richiamati due lotti al ginkgo biloba visto che all’interno era stato notato un superamento importante dei limiti di idrocarburi policiclici aromatici. Ginkgo Biloba è una pianta proveniente da un albero antichissimo che ha origini legati a 250 milioni di anni fa. Viene utilizzata come una pianta ornamentale o bonsai, che viene coltivata industrialmente anche in Europa. Il legno giallastro viene utilizzato per realizzare mobili e lavorato al tornio. La parte interna legnosa dei semi invece viene usata come cibo in Asia e fa parte della tradizione culinaria soprattutto in Cina. Anche in Giappone viene utilizzato in molti piatti. Gli estrati di Ginkgo Biloba vengono considerati molto interessanti per riuscire a superare diversi problemi. I principi attivi infatti hanno un’ampia varietà di effetti su diverse patologie. (agg. di Matteo Fantozzi)



Lo studio dell’Accademia francese

Sono sotto indagine gli integratori alimentari con rischi su alcune piante sottolineate dall’Accademia di Farmacia francese. L’allarme è stato lanciato su alcuni prodotti già autorizzati alla vendita e considerati come “naturali” ma che in realtà possono portare a dei rischi gravi per la salute di chi li consuma. Gl integratori alimentari vegetali in questione sono stati autorizzati con un decreto del Governo francese nel giugno del 2014 e non avrebbero alcun effetto nutrizionale. Inoltre pare che si dovrebbero utilizzare solo a scopo terapeutico farmaceutico e non venduti come prodotti da banco. Tra i rischi principali ci sarebbe l’effetto lassativo che porta alla perdita di sostanze minerali andando pesantemente a irritare il tubo dirigente. Inoltre causerebbero anche dipendenza fisiologica. Al centro ci sono prodotti a base di piante con glicosidi idrossiantracenici come l’olivello spinoso, il succo d’aloe, le radici di rabarbaro cinese, la cascara e la cassia.



Integratori alimentari, rischi su alcune piante: un elenco da rivedere

L’Accademia francese ha messo un punto interrogativo su alcuni integratori alimentari con dei rischi da verificare sulle piante che li compongono. Si è chiesto di rivedere l’elenco di oltre 500 tra piante e funghi autorizzati dal Governo francese cinque anni fa. Andrebbero riesaminate le sostanze derivate da piante con dei principi attivi su cui non ci sono dati a sufficienza per essere più tranquilli. L’Anses (Agenzia nazionale francese per la sicurezza sanitaria degli alimenti) ha creato nel 2009 un gruppo di lavoro intenso per la vigilanza sugli effetti da considerare avversi legati al consumo degli integratori alimentari. Negli ultimi sette anni sono state oltre duemila le segnalazioni di problemi in merito con una percentuale annua di casi da considerarsi gravi che oscilla attorno al 45%. Francia, Germania, Italia e Regno Unito sono i paesi europei dove c’è maggiore consumazione di integratori alimentari.

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