Se vi siete vaccinati e avete contratto comunque l’influenza non disperate: non siete i soli. Non è nemmeno colpa della scienza, bensì di un virus “mutante”. Basti pensare che l’unità di Microbiologia del Ca’ Foncello, come riportato da Il Messaggero, ha congelato oltre 50 ceppi del virus H3N2 isolati da pazienti che avevano effettuato il vaccino antinfluenzale. Roberto Rigoli, direttore del dipartimento di Patologia clinica e responsabile della Microbiologia di Treviso, ha commentato:”Vogliamo capire perché alcune persone vaccinate hanno sviluppato comunque l’infezione e capire se ci sono state delle mutazioni genetiche a livello locale o se è il vaccino che non ha garantito la copertura. Abbiamo congelato tutti i ceppi che abbiamo isolato di H3N2 da pazienti vaccinati”. Ormai la stagione influenzale dovrebbe essere agli sgoccioli: chissà che questo studio non riesca a dare i suoi frutti in vista della prossima…(agg. di Dario D’angelo)



PICCO INFLUENZALE A FEBBRAIO

Picco influenzale a febbraio, i pediatri lanciano l’allarme. Dopo che negli ultimi giorni è stato registrato un vertiginoso aumento dei casi di piccoli pazienti che manifestavano problemi gastrointestinali e delle virosi alle vie respiratorie, la Fimp (ovvero la Federazione Italiana dei Medici Pediatri) ha messo in guardia le famiglie su quello che a cavallo tra questo mese e i primi di marzo sarà il colpo di coda dell’influenza di stagione. Infatti, specialmente nei bimbi il suddetto virus pare essersi mostrato particolarmente aggressivo: da qui l’appello lanciato ai genitori di monitorare sempre i propri piccoli ma, al tempo stesso, di non ricorrere a inutili corse al Pronto Soccorso non solo per evitare una inutile e pericolosa esposizione dei figli ma anche per non incrementare il rischio di un congestionare le strutture sanitarie che, come accaduto soprattutto in Campania, sono state letteralmente prese d’assalto.



PICCO INFLUENZALE, L’ALLARME DEI PEDIATRI

Insomma, il colpo di coda negli ultimi giorni di febbraio dell’influenza stagionale preoccupa i pediatri di famiglia e nel comunicato diramato dalla Firp si legge come, nel corso della settimana tra l’11 e il 17 febbraio, siano stati registrati oltre 663mila nuovi casi che aggiornano il dato totale degli italiani colpiti a quasi 6 milioni. Numeri importanti e che mostrano pure come le più elevate percentuali di incidenza riguardino le fasce di età più basse (oltre il 30% nei bimbi sotto i 4 anni e quasi il 18% in quella tra i 15 e i 64). Dunque oltre all’appello ai genitori a non congestionare l’attività delle strutture di Pronto Soccorso si raccomanda però di non sottovalutare i vari sintomi, prestando anche attenzione al fatto che spesso è il contatto tra adulti che sono raffreddati e bambini a facilitare il contagio: ad ogni modo, in caso di dubbi o di febbre alta si consiglia di rivolgersi direttamente al pediatra di famiglia che, valutando caso per caso, deciderà il da farsi ed eventualmente propenderà per indirizzare il bimbo al Pronto Soccorso.

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