Arriva da Padova uno studio che dimostra come il Pfas ritardi la prima mestruazione nelle ragazze. La prima arriva di media con un ritardo di almeno sei mesi e la frequenza delle alterazioni dimostrano risultati superiori alla media, un 30% rispetto al 20%. Sono state sottoposte alla ricerca le ragazze ventenni residenti nell’area rossa dei Pfas tra Padova, Verona e Vicenza. Questa è stata eseguita dai ricercatori dell’Università di Padova, il gruppo di Carlo Foresta. Sono 115 le ragazze esposte a Pfast “probabilmente già in fase embrionale” e queste sono state coinvolte nello studio. Confrontando le risposte ai questionari raccolti da oltre millecinquecento donne della medesima età ma non esposte all’inquinamento. Il dato è in linea con un altro studio precedente coordinato da Foresta e Andrea Di Nisio. Questo aveva valutato l’effetto dei Pfas sul progesterone e cioè l’ormone che regola le funzionalità dell’utero.
Pfas ritarda la prima mestruazione: cosa sono?
Ma cosa sono i Pfas che ritardano la prima mestruazioni delle giovani donne nell’area tra Padova, Verona e Vicenza? Questa sigla rappresenta le sostanze perfluroalchiliche o acidi perfluroacrilici. Sono una famiglia di composti chimici che vengono utilizzati soprattutto dall’industria. Purtroppo i Pfas sono diventati famosi proprio per problemi legati alle persone che abitano nelle zone dove vengono utilizzati. Si tratta nel particolare di acidi usati in forma liquida che possono essere devastanti se entrano in contatto con l’organismo umano. Anche solo le esalazioni che si espandono nell’atmosfera, anche per molti chilometri, possono portare a delle problematiche e questa cosa del ciclo mestruale ritardato porta ovviamente grande preoccupazione e protesta degli abitanti della zona e non solo.