Il meningioma è un tumore al cervello che generalmente è benigno, ma in casi come quello di Francesco Chiofalo i controlli sono importanti «per confermare l’assenza di cellule maligne». E questo vuol dire che anche dopo l’asportazione del tumore non si è subito fuori pericolo e guariti. Il meningioma si sviluppa dalle meningi, tessuti che circondano la parte esterna del cervello, nello specifico nella dura madre o dura meninge, che è anche la parte più spessa tra le membrane che avvolgono l’encefalo e il midollo spinale. Da un punto di vista istologico, ci sono tre tipi di meningioma. Quello di primo grado, benigno, composto da cellule simili a quelle normali. Crescono vicino o inglobano vasi, nervi o tronco cerebrale. Quelli di secondo grado, invasivi o atipici, sono caratterizzati da cellule diverse da quelle normali e invadono parzialmente il parenchima cerebrale e l’osso circostante. Infine, il meningioma di grado III, chiamato anche anaplastico, caratterizzato da cellule anomale. Questo tipo ha una crescita rapida: invade il cervello e l’osso circostante.



MENINGIOMA, IL TUMORE AL CERVELLO ASPORTATO A FRANCESCO CHIOFALO

Quali sono i sintomi del meningioma? Sono molto vari e dipendono dalla zona in cui si sviluppano. Inizialmente possono essere asintomatici, almeno fino a quando non raggiungono grandi dimensioni. In questo caso comportano crisi epilettiche, deficit neurologici focali e alterazioni comportamentali e cognitive, oltre che aggressività, disturbi della vista e del linguaggio, riduzione della forza nelle braccia e nelle gambe. Quando sono asintomatici e di piccole dimensioni, i meningiomi vanno semplicemente monitorati, ma quando cominciano a crescere si può intervenire con la chirurgia in modo da asportare la massa. Ancora più rara è la comparsa di una tumefazione dura sulla superficie del cranio. Solitamente colpiscono le persone tra i 40 e i 60 anni di età, con maggiore incidenza tra le donne. Le cause invece non sono del tutto chiare. Ci sono studi recenti che parlano di un collegamento «alla genesi di meningioma cancer stem cells, in cui l’acquisizione della mutazione NF1 e NF2 è elemento caratteristico» e ad alterazioni ormonali.



COS’È E COME SI CURA: SINTOMI E INTERVENTO

La Tac e la risonanza magnetica nucleare sono gli esami che permettono di diagnosticare il meningioma. Con il primo metodo si possono valutare i rapporti della lesione con l’osso, mentre la Rmn consente di visualizzare il rapporto tra il tumore e il cervello. Si può studiare ad esempio il rapporto tra la lesione e le zone del cervello che controllano i movimenti, la vista e la parola. Così il neurochirurgo può pianificare la rimozione della lesione con i minori rischi possibili. «Nel corso dell’intervento si possono utilizzare quelle stesse immagini per controllare l’asportazione del tumore», ha spiegato Paola Peretta, direttore struttura complessa di neurochirurgia all’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino a Ok Salute. Se il tumore è benigno, dopo l’asportazione radicale sono importanti controlli periodici con la risonanza; se invece il meningioma è maligno, il paziente deve effettuare altri trattamenti, a partire dalla radioterapia. «La tendenza alla recidiva è in relazione alla natura della lesione e all’entità dell’asportazione», ha concluso Peretta.

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