Importanti passi in avanti nella lotta all’Aids. Vi abbiamo raccontato del caso di Londra, con un paziente guarito dall’Hiv grazie alla cura con le cellule staminali. «E’ troppo presto per dire che è guarito» il commento prudente dei ricercatori britannici, ma la ricerca fin qui ha ottenuto risultati molto rilevanti. Il professor Ravindra Gupta dell’Università di Cambridge, che guida l’equipe dei medici che curano il paziente londinese, ha commentato ai microfoni di Nature: «Avendo ottenuto la remissione in un secondo paziente usando un approccio simile abbiamo dimostrato che il caso del paziente a Berlino non era un’anomalia ma che sono stati i trattamenti che hanno eliminato l’Hiv da queste persone. E’ una pietra miliare». Come evidenziano i colleghi de La Stampa, sono circa 37 milioni le persone positive all’Hiv globalmente ma solo il 59% ha accesso ai farmaci antiretrovirali e ogni anno muore circa un milione di persone per cause legate al virus dell’Aids. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“NESSUNA TRACCIA DI VIRUS DA 18 MESI”
Dal “paziente di Berlino” al “paziente di Londra”: la lotta contro l’Aids vede un nuovo passo avanti a 12 anni di distanza dal primo. Un uomo britannico, che ha preferito l’anonimato, è stato infatti liberato dal virus HIV. O almeno così pare. Per quanto è noto che il virus resta latente per anni e può scatenare l’infezione quando le difese immunitarie si abbassano, gli scienziati non rilevano la sua presenza nelle cellule da ormai 18 mesi, un periodo importante per ben sperare e parlare quanto meno di una “prolungata remissione dalla malattia”. Sia per il “paziente di Berlino” (in realtà un americano all’epoca residente in Germania) che per quello di Londra, i medici hanno predisposto un trapianto di midollo osseo con cellule staminali ematopoietiche, partendo da due donatori con una specifica mutazione chiamata “CCR5 delta 32”, nota per conferire una protezione dal virus dell’HIV. Il professor Ravindra Gupta, docente dell’Università di Cambridge e team leader del secondo intervento, ha spiegato che i due trapianti sono filati relativamente liscii, poiché i pazienti hanno sviluppato il cosiddetto “trapianto contro l’ospite”, una condizione in cui le cellule immunitarie donatrici aggrediscono quelle del paziente ricevente. Proprio questo meccanismo, secondo i medici, avrebbe liberato i due uomini dal virus dell’HIV. (agg. di Dario D’Angelo)
AIDS, PAZIENTE DI LONDRA LIBERATO DA VIRUS HIV
Arriva da Londra la notizia clamorosa per il mondo della scienza e della medicina: un paziente affetto da Aids è stato curato e liberato dal virus che causa la malattia dopo aver ricevuto un trapianto di midollo osseo da un donatore resistente all’Hiv. Si tratta di una notizia sensazionale, che giunge a 12 anni di distanza dal primo caso simile, quello del cosiddetto “paziente di Berlino”, l’americano Timothy Brown, che subì un trattamento simile in Germania diventando il primo caso conosciuto di una cura funzionale dell’HIV. Come riportato da La Repubblica, il “paziente di Londra”, com’è stato ribattezzato quest’ultimo caso per le similitudini con quello di Berlino, a quasi tre anni di distanza dal trapianto di cellule staminali di midollo osseo appartenenti ad un donatore con una rara mutazione genetica che resiste all’infezione da Hiv – e più di 18 mesi dopo aver eliminato i farmaci antiretrovirali – non mostra nei test alcuna traccia della precedente infezione da Hiv. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature.
AIDS, TROVATA LA CURA?
Alla luce dell’esperienza del “paziente di Londra” oggi e di quella del “paziente di Berlino” 12 anni fa si può dire allora che è una cura contro l’Aids è stata trovata? Come riporta Repubblica, i medici hanno assicurato che un giorno la scienza sarà in grado di porre fine all’Aids, ma oggi non si può ancora affermare che sia stata trovata una cura per l’Hiv. Ravindra Gupta, professore e biologo dell’Hiv che ha diretto un team di medici che curano l’uomo, ha spiegato:”Non c’è nessun virus che possiamo rilevare”. Il paziente dunque è “funzionalmente curato” e “in remissione”, ma “è troppo presto per dire che è guarito”. L’uomo aveva contratto l’Hiv nel 2003, ha detto Gupta, e nel 2012 gli è stato diagnosticato anche un tipo di tumore del sangue chiamato Linfoma di Hodgkin. Nel 2016, quando il cancro non lasciava più speranze, i medici hanno deciso di cercare un donatore per il trapianto: “E’ stata la sua ultima possibilità di sopravvivenza”, ha detto Gupta a Reuters. L’ultima ma, vedendo come sono andate le cose, anche la migliore.