I no-vax sono tra le minacce più gravi al mondo. L’ha capito sicuramente la Regione Lazio che ha analizzato la questione di Matteo, un bimbo di 8 anni di Roma che non può tornare a scuola perché immunodepresso. Se la Legge Lorenzin, del 2017, aveva esteso l’obbligo vaccinale ai bambini di nido e materna, ma non per le classi successive dove erano previste multe e non l’esclusione dalla scuola, ora invece si punta ad estendere l’obbligo vaccinale ad elementari e medie arrivando a coprire tutte le scuole dell’obbligo. Tra i rischi c’è anche quello di reintrodurre delle malattie come poliomelite e difterite che sono state debellate in Italia proprio grazie ai vaccini ma che possono tornare protagoniste se si continua questa campagna di anti-prevenzione rischiosa e davvero da tenere sotto controllo. Oltre agli obblighi determinante sarà anche la campagna di sensibilizzazione per far capire a tutti i genitori che i dubbi sulle cause farmaceutiche in questo caso specifico sono assolutamente infondati. (agg. di Matteo Fantozzi)



RISCHIO MULTE FINO A 500 EURO

Conto alla rovescia per i vaccini: oggi, domenica 10 marzo 2019, scade la possibilità di presentarsi a scuola con l’autocertificato. Da domani tutti gli alunni dovranno mostrare l’avvenuta certificazione che attesta appunto le vaccinazioni effettuate. Il problema si riscontrerà in particolare nelle scuole dell’infanzia e nei nidi, dove gli alunni sprovvisti dei documenti obbligatori non potranno entrare, mentre nelle scuole di grado più elevato coloro non in regola verranno multati con una sanzione fino ad un massimo di 500 euro, sicuramente una cifra non indifferente. I dati emersi nelle ultime ore sottolineano come la legge abbia dato i suoi frutti, portando ad una copertura maggiore. Basti pensare che in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Puglia e Toscana, i bambini di 24 mesi sono vaccinati al 95%. In Veneto, più specificatamente, la copertura per il morbillo varia dal 93.5 al 95.5%, «un dato rilevante, anche nell’ottica degli obiettivi di copertura dell’Oms», ha spiegato a TgCom24.it Carlo Signorelli, past president della Società italiana di igiene. In attesa di capire come evolverà la situazione, il governo starebbe studiando una nuova legge che prevede un “obbligo flessibile”, ovvero, l’obbligo di vaccinarsi solo «in caso di emergenze sanitarie o di compromissione dell’immunità di gruppo». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



VACCINI, DA LUNEDÌ A SCUOLA SOLO CON IL CERTIFICATO

Caos vaccini alle porte? Probabilmente sì, dal momento che scade ufficialmente domani, 10 marzo 2019, la valenza dell’autocertificazione accolta all’inizio dell’anno scolastico, a settembre. Cosa significa? Che per portare i propri figli all’asilo, i genitori dovranno esibire il certificato che dà conto dell’avvenuta esecuzione dei vaccini obbligatori. Lo ribadisce l’Associazione nazionale presidi, a poche ore dalla scadenza del termine per la presentazione dei certificati:”Lunedì prossimo, per chi non si presenterà a scuola con il certificato richiesto, applicheremo semplicemente la legge. Quindi, negli asili, i bambini sprovvisti di certificato non potranno entrare. Nelle altre scuole, invece, in questi casi è prevista solo una sanzione pecuniaria e gli alunni potranno entrare lo stesso”.



VACCINI, AUTOCERTIFICAZIONE SCADE IL 10 MARZO

Potrebbe sembrare una puntualizzazione non necessaria quella dei presidi a ridosso della scadenza dell’autocertificazione dei vaccini, ma il tempismo della nota dei dirigenti scolastici è forse da interpretare anche in risposta alle recenti dichiarazioni del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che in una lettera inviata al ministro della Salute, Giulia Grillo, aveva auspicato l’emanazione di un decreto secondo lui necessario a garantire la permanenza a scuola dei bambini no vax nella scuola dell’infanzia. L’Anpi a tal proposito ha commentato: “Se ci sarà un decreto, nel momento in cui sarà in vigore lo applicheremo”. Dai presidi arriva dunque una precisazione:”Non siamo noi a fare le leggi quindi ci atteniamo ad applicare quelle esistenti”. Un’indicazione però arriva:”Il problema dunque è soprattutto nella scuola primaria, dove i non vaccinati potrebbero restare a contatto con gli immunodepressi, i quali non sono tutelati da questo tipo di previsione normativa”.