La scoperta di due enzimi batterici in grado di distruggere la plastica può sicuramente rappresentare una svolta molto interessante per l’ambiente. L’università tedesca di Greifswald e il centro Helmholtz di Berlino sono riuscite a decodificare delle forbici molecolari che possono rapidamente distruggere e “mangiare” la stessa plastica. Una sintesi che in poco tempo potrebbe portare a una rivoluzione non di poco conto anche in campo ecologico con la possibilità magari di utilizzare questi enzimi anche per lo smaltimento dei rifiuti. Da molto tempo si parla della plastica come di uno dei grandi nemici del nostro ecosistema e se davvero si fosse arrivati a uno sviluppo in grado di limitarne i danni non potrebbero che esserci solo dei risvolti positivi. Servirà comunque del tempo per rendere tutto più facile e produrre in quantità illimitata dei dispositivi atti proprio a smaltire la plastica. (agg. di Matteo Fantozzi)



PRONTO IL PROCESSO DI SINTESI

Grazie ad un’importante ricerca sono stati scoperti i due enzimi batterici che distruggono la plastica. Come riferisce l’edizione online de Il Giornale, l’università tedesca di Greifswald e il centro Helmholtz di Berlino, sono riusciti a decodificare la struttura delle cosiddette forbici molecolari che permettono appunto la possibilità di distruggere la plastica, rendendola biodegradabile. I due enzimi sono stati scoperti precisamente nel 2016 in alcuni batteri “mangia plastica”, ed ora verranno sintetizzati in laboratorio per renderli ancora più efficienti. La speranza dei ricercatori è ovviamente quella di produrli in quantità illimitate, di modo da eliminare l’annoso problema della plastica, che invade i mari e le nostre terre, e che ci mette centinaia di anni prima di venire smaltita, con tutto ciò che ne consegue. Il risultato di questa straordinaria ricerca è stato pubblicato su Nature Communications, che ha spiegato tutte le tappe principali dello studio. Nel 2016 un team di ricercatori del Kyoto Institute of Technology ha scoperto il batterio che si nutre del Pet, il polietilene tereftalato, utilizzato di solito per produrre le bottiglie di plastica.



ENZIMI BATTERICI CHE DISTRUGGONO LA PLASTICA SCOPERTI DOPO LUNGA RICERCA

Questo batterio usa due enzimi per digerire il materiale, il Petase e il Mhetase. Nel 2018 è stata quindi decodificata la struttura del primo enzima, grazie ad un’azione congiunta fra ricercatori britannici e americani. Di recente è stata poi scoperta la struttura del secondo enzima, e di conseguenza la produzione sintetica può avere inizio. Il batterio agisce così: prima entra in azione il Petase, che scompone la plastica in frammenti, quindi tocca al Methase, che a sua volta spezzetta i frammenti fino ad ottenere l’acido tereftalico e il glicole di etilene, i due elementi che vanno a comporre il Pet. Per correttezza c’è da dire che la ricerca non è ancora stata ultimata, ma il traguardo ottenuto rappresenta già un enorme passo avanti nella lotta all’inquinamento da plastica.

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