L’Italia è tra le Nazioni peggiori in Europa in termini di salute mentale. A denunciarlo, come riportato da SkyTg24, sono state dieci società scientifiche riunitesi in un incontro organizzato dalla Società Italiana di Neuropsicofarmacologia (SINPF). Il problema sembrava essere stato messo sotto la lente di ingrandimento con l’avvento della pandemia di Covid-19, ma nonostante le diagnosi siano aumentate del 30% attualmente non si registrano dei veri e propri segnali di miglioramento nel sistema.
Il PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, indica infatti “zero investimenti” in riferimento al settore della salute mentale: da qui l’appello della SINPF e delle altre società affinché si finanzi il sistema, già di per sé in difficoltà. Tra le richieste avanzate, in tal senso, c’è anche quella di creare una agenzia nazionale ad hoc, che “dovrà ripartire da zero per mettere l’Italia in condizioni di pareggiare i conti con l’Europa e di ridare dignità a chi soffre e a chi lavora in questo settore così strategico per la società e l’economia italiana”.
Salute mentale, Italia tra le peggiori in Europa: il problema del personale
I mancati investimenti non sono purtroppo però l’unico problema dell’Italia, tra le peggiori in Europa, nell’ambito della salute mentale. Gli psichiatri e in generale i medici di questo settore, infatti, sono sempre meno. Le stime, come riportato da SkyTG24, rivelano che entro il 2025 ne mancheranno all’appello oltre mille tra pensioni e dimissioni.
In questo modo, secondo l’allarme lanciato da SINPF e dalle dieci società che si sono riunite, “sarà impossibile garantire i servizi minimi in un settore in ginocchio già ben prima della pandemia”. Il tutto per diversi motivi: l’assenza di investimenti, una carenza drammatica di medici e ora anche un aumento del 30% di diagnosi per la pandemia di Covid-19, che ha messo in seria difficoltà la popolazione. Una risposta dunque dovrebbe essere tempestiva per evitare il peggio.