La luce ha un effetto benefico sulla nostra salute mentale. I ricercatori hanno analizzato i dati raccolti su oltre 80.000 adulti britannici e hanno calcolato come l’esposizione alla luce del giorno, e al buio della notte, abbia un’influenza determinante sul nostro benessere mentale, riporta Le Figaro. In totale, 86.772 adulti (età media 62,5 anni) membri del gruppo della Biobanca britannica hanno indossato un attimetro, ossia un dispositivo che misura l’attività motoria, contenente un sensore di luce al polso per una settimana e per sette giorni. Un anno e mezzo dopo sono stati analizzati vari parametri e sottoposti a domande sul loro stato di salute, inclusa la loro salute mentale. Pubblicata sulla rivista Nature Mental Health, la ricerca ha mostrato che la maggiore esposizione alla luce notturna è associata ad un aumento del rischio di depressione, ansia, disturbo da stress post-traumatico, psicosi, disturbo bipolare e comportamenti autodistruttivi.
Una maggiore esposizione alla luce del giorno, invece, riduce i rischi. Il tutto indipendentemente da fattori quali criteri sociodemografici, attività fisica, qualità del sonno, salute cardiometabolica, convivenza dell’ambiente urbano o turni di lavoro. Si tratta di un “lavoro di grande portata” come spiegato da Claude Gronfier, cronobiologo del Centro di ricerca sulle neuroscienze di Lione. Il legame tra esposizione alla luce e salute mentale era stato dimostrato già da precedenti studi, che avevano messo in mostra come l’effetto della luce sulla nostra psiche sia tutt’altro che trascurabile. Nello studio pubblicato su Nature, il quartile della massima esposizione alla luce notturna ha aumentato il rischio di depressione di circa il 30%, mentre il quartile della luce diurna più forte lo ha ridotto del 20%.
Salute mentale, perché la luce è così importante
Come sottolineato dai ricercatori, l’uomo moderno trascorre il 90% del suo tempo in ambienti chiusi, illuminato da luci artificiali molto meno potenti di quella solare. L’orologio circadiano, che regola molte funzioni biologiche, è impostato su un ritmo di circa 24 ore. Però in media, negli adulti, è impostato su un ritmo di 24 ore e 10 minuti. Deve quindi essere risincronizzato ogni giorno e la luce è il regolatore più potente, come sottolinea lo studio di Nature. Situati nell’ipotalamo, i due “nuclei soprachiasmatici” che compongono questo orologio sono infatti direttamente collegati alle cellule della retina sensibili alla luce blu, attraverso vie indipendenti dalla percezione visiva, spiega Nature. “L’orologio circadiano ci dà l’ora, inducendo il buon umore durante il giorno, ma non la notte perché dobbiamo dormire. Quando riduciamo l’intensità della luce durante il giorno, stimoliamo meno queste strutture, se le illuminiamo di notte non le stimoliamo al momento giusto, e tutto ciò provocherà artificialmente un calo dell’umore”, spiega Claude Gronfier.
Per gli autori, dunque, si dovrebbe “evitare la luce durante la notte (e in particolare la luce blu, ndr) e ricercarla durante il giorno”. Questo “potrebbe essere un metodo non farmacologico efficace per migliorare la salute mentale“. Jamie Zeitzer, ricercatore dell’Università di Stanford, ha spiegato che i limiti della ricerca sono legati al dispositivo utilizzato per misurare la luminosità a cui sono stati esposti i volontari: indossato al polso, non riflette esattamente la luminosità a cui è esposto l’occhio, a maggior ragione se è nascosto da una manica o un foglio. “La precisione di questa misurazione resta sufficiente per la domanda qui posta”, replica Claude Gronfier. Per quanto riguarda il misuratore di attività, si tratta di un apparecchio comunemente utilizzato nella medicina del sonno, più semplice e meno costoso della polisonnografia che consiste nella registrazione diretta dell’attività elettrica del cervello.