Alla fine del 2021 oltre 15 milioni di persone sono già passate completamente ai prodotti senza combustione abbandonando le sigarette tradizionali, due milioni in più rispetto all’anno precedente. Questo è uno dei dati contenuto nella nuova edizione dell’Integrated Report di Philip Morris International (Pmi), il rapporto che fornisce un quadro complessivo dei progressi compiuti dall’azienda nel raggiungimento degli obiettivi di business e sostenibilità, fornendo anche agli stakeholder un aggiornamento sulla sua trasformazione verso un futuro senza fumo. 



Lo scorso anno il 29,1% dei ricavi netti di Pmi sono derivati dai prodotti senza fumo, che a fine anno sono disponibili per la vendita in 71 mercati in tutto il mondo, con un aumento del 23,8% rispetto ai 64 in cui erano in vendita nel 2020. Il 99% degli investimenti in Ricerca e Sviluppo sono destinati ai prodotti senza combustione e, anche a livello operativo, il rapporto mette nero su bianco i passi avanti dell’azienda in tema di sostenibilità: il 39,7% di posizioni manageriali sono occupate da donne, in linea con l’obiettivo del 40% fissato per il 2022, sono state ridotte del 18% le emissioni totali di CO2 della catena del valore e del 33% quelle derivanti dalle operazioni dirette, rispetto al valore di base del 2019. Inoltre, il 67% dei coltivatori a contratto che forniscono tabacco a Philip Morris International hanno ottenuto un reddito da lavoro, cifra in aumento rispetto al 48% del 2020, e il 100% del tabacco è stato acquistato senza nessun rischio di deforestazione delle foreste primarie e protette. 



Pmi ha anche previsto nuovi parametri per misurare i progressi ambientali, sociali e di governance (Esg) e l’introduzione dell’Indice di Sostenibilità come metro di valutazione della performance aziendale che collega il 30% della remunerazione direttamente al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità. Nel corso del 2021 la priorità di Pmi, con il perdurare dell’emergenza sanitaria, è rimasta quella di proteggere la salute, la sicurezza e il benessere dei dipendenti. E lo è stato anche quest’anno per l’emergenza Ucraina, rispetto alla quale l’azienda si è attivata, oltre che con una serie di aiuti, anche contribuendo all’evacuazione di oltre 1.000 persone dal Paese in guerra e al trasferimento di più di 2.700 persone.



La missione di Pmi, ribadita da uno Statement of Purpose, aggiornato e incluso nel Report, rimane quella andare verso un futuro senza fumo e l’azienda ha evidenziato la necessità di una maggiore collaborazione con i Governi e la società civile per massimizzare la possibilità di arrivare a questo risultato con l’eliminazione dei prodotti basati sulla combustione. «La sostenibilità e la performance aziendale sono fortemente connesse» ha dichiarato Jacek Olczak, Chief Executive Officer di Pmi «e si rafforzano a vicenda. Le nostre azioni, fondate su dati, scienza e fatti, parlano più delle parole. Philip Morris International si impegna a essere un agente di cambiamento e a sviluppare e produrre alternative tecnologiche efficaci al fumo per i fumatori adulti che non smettono. Con una visione di lungo termine, stiamo anche espandendo la nostra attività in settori che vanno oltre il tabacco e la nicotina, come il benessere e la salute del consumatore».

Il rapporto ha ribadito anche la centralità dell’Italia sotto l’aspetto della sostenibilità: dall’uso responsabile della risorsa idrica, testimoniato anche dalla certificazione Alliance for Water Stewardship (Aws), alla digitalizzazione e innovazione della filiera agricola, attraverso una serie di azioni come l’introduzione di sensori per l’ottimizzazione dell’irrigazione, (irrigazione a goccia, fertilizzanti liquidi) e l’impiego di tecnologie digitali avanzate. 

La sostenibilità ambientale è importante per Pmi, ma lo è anche quella sociale. Un esempio tra i tanti dell’attenzione che l’azienda pone in questo campo è la certificazione Equal Salary, che Philip Morris International ha ottenuto a livello globale, un riconoscimento che testimonia l’impegno affinché uomini e donne abbiano la stessa retribuzione a parità di lavoro, oltre che analoghe opportunità e condizioni di lavoro.

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